L’amministrazione Micheli annuncia il lancio di un Concorso-laboratorio per invogliare i giovani a presentare idee e progetti sul futuro del Centro Parco.
Adesso sono chiamati i giovani, l’altra volta, a fine 2019, i meno giovani fecero saltare sulla sedia decine di segratesi a cui è cascata la mascella vedendo il progetto vincitore del Concorso Internazionale “Restarting community spaces – Urban Regeneration of Segrate city center” per la riprogettazione del centro cittadino e per la realizzazione di una nuova scuola primaria.
Il progetto, secondo l’allora Assessore De Lotto, prevedeva la sistemazione dell’area accanto alla piscina in cui avrebbero dovuto confluire cubature già esistenti e in attesa di essere atterrate e non prevedeva alcun esborso per i cittadini – per la scuola e i servizi previsti dal progetto – ma sarebbero stati a carico dei privati a cui sarebbe stata affidata una cubatura tra gli 8/10 mila metri cubi. Il progetto vincitore prevedeva una serie di palazzine di circa sei piani, purtroppo del progetto, dopo una fugace presentazione, non si hanno più notizie. Il bilancio di quell’iniziativa non è ancora chiaro, di certo c’è che a quel concorso sono stati destinati miglia di euro altrimenti spendibili.
L’intento degli organizzatori doveva essere sostenibile, nessuna nuova spesa o mutuo per il Comune e sistemazione di cubature che comunque dovevano essere allocate. Un neo, a nostro modesto avviso, fu quello di non dare condizionalità ambientali ai partecipanti, ma furono dati solo quelli economici, sostenibilità finanziaria. Il sindaco Micheli fu entusiasta per l’adesione che il concorso ricevette: “una città viva che vogliamo sviluppare in maniera sostenibile – senza ulteriore consumo, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle nostre vite e di creare nuove opportunità per i nostri negozianti e le nostre imprese. Sono arrivate tantissime idee, molte interessanti. Le consegniamo a chi arriverà dopo di noi ad amministrare la nostra bella Segrate, nella speranza che possano essere uno spunto di riflessione. Non sono progetti in corso o in fase di avvio”.
Micheli è succeduto a Micheli, alcuni slogan, della passata sindacatura, sono andati in soffitta come “nessun nuovo consumo di suolo” e molti dei problemi concernenti la tutela del territorio continuano a essere sul tappetto, anzi, sul groppone dei segratesi. L’assessore De Lotto, in occasione del concorso di due anni fa, parlava di circa 100 mila cubi – già assegnati con i relativi oneri pagati – che arriveranno prossimamente, e il primo di questi sembra essere quello dell’ex Villa, che da alcune settimane l’area è transennata.
Il sindaco Micheli e le sue Giunte hanno per buona parte ereditato dalla precedente amministrazione i diritti edificatori derivati da accordi tra il comune e i diversi operatori economici che hanno a loro volta ceduto parte dei loro terreni in cambio di poter costruire altrove, questo è bene ricordarlo ma a conti fatti sembra davvero molto duro invertire una politica di spoliazione del patrimonio ambientale segratese. Al capezzale di Westfield un comitato d’affari monitora e sovraintende su ogni possibile eventualità che modifiche e varianti possano lasciare spazio ad altro, e per questo in alcune forze politiche segratesi le voci di mal di pancia e dissapori sono ricorrenti. Nel 2017 il sindaco Micheli, durante il suo intervento alla Leopolda – la manifestazione di Renzi sulla progettualità e sul buon Governo – ha trasformato Westfield in una grande opportunità per il territorio: 17mila posti di lavoro in arrivo. In quell’occasione annunciò anche la creazione del Centro per l’impiego, pensata per essere pronta alle richieste della multinazionale. Sarebbe interessante conoscere i numeri del Centro per l’impiego in questi anni di attività, anche se sappiamo che non è la volontà che manca ma l’offerta. Oggi un’importante azienda della logistica del territorio segratese chiede di poter allargare sensibilmente la sua presenza, raddoppiando i metri quadrati e annunciando – ancora una volta – come questa operazione potrebbe portare un forte incremento di posti di lavoro ma nessuno dice quale potrebbe essere, invece, l’impatto ambientale su traffico, smog e circolazione in un territorio, quello segratese, stretto tra la grande Milano, l’aeroporto, il centro intermodale. Un’ultima considerazione: ogni centimetro di verde sottratto difficilmente potrà tornare a essere verde e se oggi permettiamo la cessione di altro suolo sarà in maniera irreversibile: dal cemento nasce altro cemento. Se fra qualche decennio l’azienda in questione deciderà di andare altrove, di delocalizzare, difficilmente quei terreni torneranno a essere verde.Non so se anche a voi sia capitato di avvertire quel cambio di temperatura, percorrendo la Cassanese da Milano in moto, e avvertire quei due o tre gradi di differenza… sono quei pochi gradi che permettono ancora alla nostra città di essere un posto vivibile, dove oggi c’è un confine, non tanto invisibile, ben presto ci sarà un’unica striscia di cemento, e saremmo la periferia di Lambrate.
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