È stato il disastro aereo con il più alto numero di vittime mai accaduto in Italia.
In queste ore giungono anche altri importanti dettagli sul disastro dell’aereo precipitato domenica scorsa a San Donato, in cui hanno perso la vita gli otto passeggeri. Le immagini che ritraggono gli ultimi istanti di volo, in possesso degli investigatori, smentiscono alcuni testimoni che riferirono di aver visto fiamme fuoriuscire dal motore mentre le autorità annunciano che ci vorranno ancora un paio di settimane per analizzare i dati della scatola nera, il registratore che rileva tutte le anomalie, registra le conversazioni radio e immagazzina tutti i dati di volo. L’aereo coinvolto nell’incidente di domenica scorsa, in una tragica coincidenza, è caduto a pochi metri dalla via che commemora i caduti di venti anni fa a Linate.
Il disastro aereo di Linate del 2001, ricordiamolo, avvenne a meno di un mese dall’attentato alle Torri Gemelle. Negli istanti immediatamente dopo la notizia dell’incidente, avvenuto poco dopo le otto del mattino di un’autunnale giornata di nebbia, si pensò al peggio, un ennesimo attentato. Tutta l’aerea attorno a Linate fu chiusa e interdetta al traffico, decine di reparti di Polizia e Carabinieri sigillarono il perimetro, a nessuno fu concesso di avvicinarsi all’aerostazione.
La tensione era altissima. Le immagini di New York erano ancora su tutti i mezzi di comunicazione, la conta delle vittime proseguiva senza sosta man mano che le denunce di scomparsa venivano ricondotte al disastro delle Torri del Trade World Center, quando l’eco del disastro aereo di Linate rimbalzò su tutti i media mondiali. Lo choc fu tremendo.
I soccorritori non ebbero subito chiaro il quadro della situazione, la nebbia era fittissima e fu proprio la nebbia la causa dell’incidente, associato alla mancanza di un radar per il rilevamento degli aeromobili a terra.
Dopo qualche ora iniziarono a filtrare le prime informazioni, quando la nebbia mollò leggermente fu chiaro che l’aereo della Scandinavian Airlines non si era schiantato da solo sull’edificio, adibito allo smistamento dei bagagli, ma il fu piccolo Cessna che, nel fitto della nebbia, entrò erroneamente sulla pista di decollo. L’impatto e l’incendio successivamente sprigionatosi, anche a causa del ritardo dei soccorsi, entrati in azione dopo diversi minuti, sempre per la fitta nebbia, non lasciarono scampo agli occupanti di entrambi gli aeromobili, né a quattro addetti allo smistamento bagagli al lavoro nel reparto. Un quinto addetto ai bagagli, Pasquale Padovano, seppur gravemente ustionato su gran parte del corpo, si salvò, risultando l’unico sopravvissuto al disastro.
La Relazione tecnica su “INCIDENTE AERONAUTICO COLLISIONE IN PISTA tra Boeing MD 87 (volo SAS 686) e Cessna CITATION 525A (D-IEVX) Aeroporto di Milano LINATE 08 Ottobre 2001” della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, conclusa sei mesi dopo, stabilì che le cause del disastro furono più di una:
un errore da parte del pilota ai comandi del velivolo Cessna 525 A il quale, in fase di rullaggio, imboccava un raccordo diverso da quello per il quale era stato autorizzato e che lo portava ad intersecare la pista di decollo, a ciò indotto da un addestramento carente, da una fraseologia non standard, da segnaletica ingannevole e da una cartografia non rispondente alla realtà aeroportuale;
un errore da parte del controllore del Traffico Aereo operante sulla frequenza GROUND il quale non rilevava, a causa della scarsa familiarità̀ con la segnaletica esistente sull’aeroporto, la posizione errata dell’aeromobile tedesco (svedese ndr) , pur chiaramente comunicata dal pilota e localizzata lungo un raccordo diverso da quello per il quale era stato istruito, e lo autorizzava a continuare il rullaggio;
la mancanza di un radar GMGCS e del sistema di allarme associato… alla Stop Bar presente sul raccordo R 6 che non consentivano al controllore GROUND di rilevare la presenza del Cessna 525 A sulla via di rullaggio R 6 che intersecava la pista;
la mancata implementazione delle procedure previste dagli standards ICAO e relative alle limitazioni della movimentazione al suolo degli aeromobili in condizioni di scarsa visibilità e in assenza di idonee STOP BARs e/o di sistemi per prevenire gli ingressi in pista non autorizzati (runway incursions).
Insomma una somma di errori e la mancanza di un radar per il rilevamento e il controllo della movimentazione sulle piste costò la vita a 118 persone.
Da allora la nebbia è quasi sparita, le cause dell’incidente non avevano nessun nesso con il terrorismo, unico dato positivo e l’aeroporto di Linate oggi ha il famoso radar per il rilevamento della movimentazione al suolo degli aeromobili ma non fu una fatalità ma la somma di gravi responsabilità.
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