In Comune

Linate, nessuna gioia e tanti dolori

Tra le più importanti infrastrutture del trasporto aereo nazionale, l’aeroporto di Linate, la cui quasi totalità della sua estensione ricade nel territorio di Segrate, per i segratesi riveste solo un ingombrante vicino con cui convivere, per altro, senza riuscire a ricavare qualche beneficio dal suo importante giro d’affari. Rumore, smog, rischio incidenti sono solo alcuni dei problemi che il nome Linate suscita tra i segratesi e nessuna delle amministrazioni recenti è riuscita in qualche modo a trasformare l’ingombrante presenza in un’occasione per Segrate, eccezion fatta per la nascitura linea metropolitana. Dai diritti d’imbarco ai proventi delle multe, dall’impatto ambientale alla programmazione del MasterPlan Linate 2015/2030, Segrate subisce decisioni prese altrove, riuscendo a incidere poco o, addirittura, nulla sulle decisioni che la riguardano.

Le ultime notizie sul rilancio di Alitalia – è appena arrivata la conferma che continuerà a chiamarsi così, speriamo porti bene  – secondo le intenzioni del suo amministratore delegato Fabio Lazzerini, passerà anche per Linate. Forse è il momento per Segrate di inserirsi in questo momento di rilancio e trasformazione del grande e grosso vicino di casa?

IL FUTURO DELLO SCALO

Per l’amministratore delegato di ITA, Linate è strategico per la nuova Alitalia e «Il city airport si trova in una delle regioni con il Pil più alto del continente, deve essere collegato il più possibile». 

Linate e la linea 4.

La linea 4 è pronta, ci sono tutti i treni, le infrastrutture, i collaudi ma ancora non parte, “La linea non sarà attivata”, ha spiegato l’amministrazione comunale milanese, perché “il numero di passeggeri destinati a Linate è tuttora, in ragione della situazione pandemica, ancora al 30% del normale e il numero di utenti che usufruirebbero della linea 4 non giustificherebbe il costo di un servizio che graverebbe sulla città”. 

C’è, sulla carta, anche il prolungamento della Linea 4 per Segrate, ma per questo i tempi sono un po’ più incerti, stando all’esperienza recente sui tempi di realizzazione di tutta l’opera.

L’istruttoria del progetto della linea 4 è stata completata nel 2005, nel novembre del 2010 il Comune di Milano approvò lo stanziamento di 400 milioni dei 1699 necessari per la realizzazione dell’opera, il resto era a carico del governo per 786 milioni e 513 per investitori privati. L’appalto fu assegnato nel 2011, nei piani iniziali si prevedeva la consegna di tutta la linea da San Cristoforo FS a Linate Aeroporto per il 2015, salvo ritardi causati in parte da vicissitudini e contenziosi con ditte appaltanti. In seguito, anche l’idea di arrivare a costruire la tratta San Babila – Linate Aeroporto entro il 2015 fu abbandonata.

La Giunta Pisapia aveva inizialmente promesso l’inaugurazione della linea entro il 2017. Tuttavia nel bilancio previsionale diffuso a giugno 2012, l’apertura viene fatta slittare al primo quadrimestre 2018.

Il 28 dicembre 2014 la giunta di Milano ha definitivamente escluso ogni ipotesi di apertura nel 2015 delle prime fermate della M4, istituendo per l’Expo un servizio navetta basato su autobus, deliberando inoltre una variante nelle tempistiche del progetto e ripianificando l’apertura dell’intera linea nel 2022. 

Il 2 giugno 2018 la giunta ha rivisto le date di apertura, ipotizzando tra il 2021 per la “tratta Expo” e il 2023 per l’apertura dell’intera linea.

Il 20 luglio 2019 è stato calato in galleria il primo convoglio della M4 alla stazione di Linate Aeroporto con la presenza del sindaco Giuseppe Sala, a seguito sono state fatte delle corse prova tra Linate e Forlanini FS.

Il 23 marzo 2021 le date dell’inaugurazione della tratta ovest sono state ulteriormente posticipate, in un periodo dal 2023 al 2024, per ritardi dovuti alla pandemia e a ritrovamenti archeologici.

Anche se il tratto Linate-Segrate non dovrebbe riservare soprese e ritardi burocratici – è stata approvata e finanziata anche dall’Unione Europea, – le opere pubbliche in Italia si sa quando iniziano ma non si sa mai quando finiscono. Per i segratesi è previsto, quindi, ancora qualche lustro di pazienza prima di poter vedere l’opera completata e chissà se nel frattempo, notte tempo, qualche illuminazione arrivi ai responsabili del progetto e si accorgono che la tratta in questione non ha una cosa fondamentale: un sottopassaggio per il polo fieristico di Novegro e per i tanti hotels di zona che costringeranno i clienti e gli abitanti di Novegro a una lunga passeggiata.

SEA e aerostazione  Forlalini 

Il restyling di Linate è stato in parte completato, la pista rifatta e se non fosse stato per la battura d’arresto del COVID, il piano di SEA di rilancio dell’aerostazione oggi andrebbe a gonfie vele. Lo scalo segratese – forse dovremmo iniziare a chiamarlo proprio cosi, come fanno Heathrow e Gatwick – è tra i più importanti per volumi in Italia (sesto con oltre 2 mln di passeggeri l’anno) e riveste una grande importanza per un certo tipo di clientela. 

Nella nota di accompagnamento al bilancio 2020 della SEA si legge «…l’aeroporto di Milano rivolto prevalentemente alla clientela frequent flyer su rotte nazionali e internazionali intra europee. A circa 8 km dal centro della città di Milano, si configura come un vero e proprio city airport, con strutture e aree dedicate al business e allo shopping…» sempre sul bilancio SEA « Aeroporti gestiti da SEA Prime SpA, società controllata da SEA SpA e dedicati all’aviazione generale, offrono servizi e facilities ad alto valore aggiunto.» Insomma, un’infrastruttura ad “alto valore aggiunto” destinati a una clientela esigente, ed è risaputo che gli esigenti sono disposti a pagare bene se il confort e i servizi sono adeguati. 

IL RAPPORTO TRA SEGRATE E LINATE

SEA Linate & Segrate

La presenza di Linate, di riflesso, dovrebbe portare o porta – non l’abbiamo ancora capito – qualche vantaggio al nostro comune, il condizionale è necessario perché non sempre è possibile quantificare costi/benefici di questa prevaricatrice e ingombrante vicinanza ma per conoscere il nostro interlocutore dobbiamo capire come è gestito.

La SEA SpA, la società di gestione di Linate e Malpensa è una società di sola gestione, non possiede nessuna azione e recentemente è diventata una società privata di interesse pubblico, infatti, a seguito dell’emissione del prestito obbligazionario, in data 17 aprile 2014, la SEA è annoverata tra quelle società ed enti di interesse pubblico che per la loro particolare natura di importanza economica sono sottoposti a rigidi controlli di revisione legale dei conti. 

Il comune di Milano è il maggior azionista della SEA SpA, detiene ben il 54,81% che, assieme al Comune di Busto Arsizio, la cui quota è dell’0,06%, rappresenta la fetta maggioritaria dell’azionariato assoluto e pubblico, mentre, per la parte privata, sono due i fondi di investimento e risparmio gestito, la 2i Aeroporti Spa e la F2i Sgr Spa che con il rispettivo 36,39% e 8,62% sono la parte privata dell’azionariato. 

I soldi delle multe: Milano e Segrate, come Davide e Golia o un accordo politico? 

Dalla composizione del suo azionariato è facile capire che l’interlocutore di Segrate su Linate è il Comune di Milano, ed è proprio con Milano che la nostra amministrazione, in diverse occasioni, ha dovuto desistere. 

Una su tutte la vicenda della gestione delle multe rilevate nell’area dell’aeroporto. Il Comune di Milano le ha provate tutte, spesso anche in maniera poco chiara, carpendo la buona fede di quegli automobilisti che non sapendo che Linate non è nel territorio di Milano – come riportato nei verbali – avrebbero pagato la multa senza batter ciglio ma nel 2016 il trucco viene scoperto, alcuni automobilisti ricorrono al giudice di pace il quale non si accontenta delle affermazioni generiche e non documentate fornite dal comando di polizia municipale di Milano e il 17 maggio del 2016 stabilisce che “ritiene pregiudiziale la verifica della competenza su Linate del Comune di Milano e …ordina di produrre entro il 31 luglio i documenti che attestino quanto precede”. Milano cosa fa? In data 10 agosto, cioè fuori tempo massimo, invia al giudice un documento intitolato: “Deposito Documentazione integrativa” nel quale – invece di eventuali nuovi protocolli firmati con Segrate – fa finta di aver capito male e produce semplicemente le ristampe dei 29 verbali contestati. 

Insomma, i vigili di Milano le inventano tutte, riescono a inventarsi anche una nuova piazza, Piazza Linate, ma di quale comune? Il giudice di pace annulla i verbali dei ricorrenti che in alcuni di essi era stato cancellato anche il comune dove era stata fatta la multa: Piazza Linate, senza comune. Incredibile ma vero, ma nonostante tutto, il colpo di scena arriva nel 2020: il tribunale di Milano accoglie il ricorso del Comune di Milano e stabilisce che  “contrariamente rispetto a quanto ritenuto dal giudice di prime cure non può ritenersi che i poteri sanzionatori di ciascuna Polizia locale siano limitati alle singole porzioni territoriali di loro appartenente ricadenti all’interno dell’aeroporto di Linate“. 

Insomma tutti possono fare le multe e, sostanzialmente, intascare i soldi.

Certo rimane ancora qualche dubbio: perché il comando dei vigili di Milano scriveva erroneamente che Linate fa parte del territorio di Milano? Perché, probabilmente, nel 2012 aveva firmato col Comune di Segrate – e davanti al Prefetto – un accordo in base al quale, nell’aeroporto, potevano operare entrambe le polizie locali. Ma questo protocollo conteneva esplicitamente una scadenza, a fine anno, e la clausola che non prevedeva il rinnovo automatico. E non c’è mai stato alcun altro protocollo analogo firmato davanti al Prefetto, come è d’obbligo per accordi che coinvolgano territori diversi. Tuttavia è doveroso dire che Milano e Segrate hanno continuato ad applicare quell’accordo scaduto in virtù di non si sa quale convenienza.

E anche dal 2015, quando Milano ha deciso di “moltiplicare elettronicamente” il numero dei verbali compilati a Linate – senza impiegare neppure un vigile – l’accordo tacito è stato rispettato. 

Come ha fatto Milano a istallare le telecamere nel territorio di un altro comune? Semplice, si è fatta rilasciare una delibera dal responsabile dell’aeroporto. E le ha istallate su un territorio non suo. 

In tutto questo cosa fa Segrate?

Molte le versioni che in questi anni hanno fornito gli ultimi due sindaci, Alessandrini e Micheli, ma per ragioni temporali, cerchiamo tra le risposte dell’amministrazione Micheli, che è al suo secondo mandato consecutivo.

Poco prima delle ultime elezioni, il sindaco Micheli intervistato da Segrate.info disse che purtroppo quella era una condizione – l’accordo del 2012 davanti al prefetto – che aveva dovuto subire, il Prefetto aveva fatto pressioni perché Segrate non aveva i mezzi e il personale per gestire l’area dell’aeroporto. 

Ci sarebbe da obiettare che gestire un sistema di telecamere – Milano docet – non ci vogliono decine di agenti, ma anche quando, forse sarebbe stato possibile assumere qualche giovane disoccupato. “Un comune in predissesto non può fare nuove assunzioni”, la risposta di Micheli.  

A qualcuno, invece, è sorto un dubbio: non sarà, per caso, l’appartenenza alla stessa area politica, centro sinistra – di Milano e Segrate – o c’è qualche altro motivo che non conosciamo a spingere l’amministrazione di Segrate a rinunciare a somme che appartenevano alle casse comunali?

Questo dubbio ce l’ha anche Segrate.info e forse anche tanti segratesi ma c’è un aspetto molto poco in linea con il programma dell’attuale amministrazione che  il sindaco dovrebbe spiegare: un comune che è arrivato sul ciglio del default, che deve recuperare 13,5 milioni di euro entro il 2026, ha l’obbligo morale e istituzionale – proprio in quest’ordine – di ricercare ogni strumento finanziario prima di ricorrere a tagli, nuove tasse e innalzamento delle aliquote. 

Bisognerà attendere il 2019, e tanti milioni non incassati, prima che si arrivi a un accordo per la gestione del servizio di polizia locale tra Milano, Segrate e Peschiera.

Inutile dire che la fetta più grossa va a Milano che di fatto continuerà a gestire l’elevazione e la riscossione delle sanzioni delle corsie preferenziali e degli accessi alle aree aeroportuali interdette al traffico privato. Possibilità che sarà estesa un giorno alla settimana ciascuno anche ai comuni di Peschiera Borromeo e Segrate non appena avranno operativa la strumentazione tecnica che gli permetterà di interfacciarsi con quella della polizia locale di Milano. Speriamo sia stato già fatto, lo racconteremo in un’altra puntata.

Il sindaco Micheli, all’indomani dell’OK del giugno 2019 della Corte dei Conti sul piano di rientro dichiarò: «Ci vorranno alcuni anni prima di metterci questo doloroso capitolo alle spalle, nel frattempo continuiamo a percorrere l’unica strada giusta: quella di una gestione responsabile e oculata dei soldi dei segratesi, evitando sprechi, sperperi» e, aggiungiamo noi, passa anche per un’attenta ricognizione di tutte le risorse, anche potenziali, che non sono state attentamente valutate ed è il caso delle multe che, probabilmente, potrebbe essere una bella fetta dell’importo che ogni anno il comune deve accantonare per il piano imposto dalla Corte dei Conti.

In un vecchio articolo apparso tempo fa (sul Corriere?) si parlò di una cifra di circa tre milioni annui l’ammontare delle multe che, se fosse davvero così, anche solo un terzo di questa cifra potrebbe da solo coprire il dissesto.

Addizionale comunale sui diritti di imbarco.

Ammontano a 937 mila 180 euro le somme dovute ma indebitamente omesse al Comune di Segrate, nel corso del decennio 2005-2015, a titolo di addizionale comunale sui diritti di imbarco aeroportuali.

Altro capitolo doloroso, e penalizzante, è la vicenda dei diritti d’imbarco, la tassa che tutti i passeggeri di Linate, così come in tutti gli scali dal mondo, pagano in addizione al costo del biglietto, il prezzo varia, dipende degli aeroporti e si tratta, in taluni casi, anche di una decina di euro per passeggero. Dal 2005 al 2015, lo Stato avrebbe dovuto versare ai comuni aeroportuali in tutto 85mln di euro. A seguito di una serie di interventi normativi, però, il riparto per gli Enti Locali non è stato più effettuato nella sua interezza, e ha seguito un andamento altalenante. Inoltre, a partire dal 2009, non sono stati più resi pubblici, da parte del ministero dell’Interno, i dati relativi alle superfici aeroportuali e al traffico passeggeri necessari per procedere al corretto riparto dei fondi. Questa situazione ha prodotto i mancati trasferimenti degli 85mln spettanti ai Comuni, compreso quasi il milione di euro nel caso di Segrate, il tutto mentre gli Enti locali hanno continuato ad assicurare i servizi locali necessari per la presenza delle strutture aeroportuali sui propri territori. Queste somme, come indica il nome, dovrebbero essere destinate alla località, al comune, al territorio che ospita lo scalo. 

Lo Stato Italiano, in questo caso, ha fatto orecchie da mercante, ha intascato l’importo e non ha girato quanto dovuto al nostro comune. L’attuale amministrazione, attraverso l’adesione alla vertenza nei confronti dello Stato Italiano, promossa dall’Associazione Nazionale Comuni Aeroportuali Italiani (A.N.C.A.I.) di cui Segrate fa parte a pieno titolo, tentò di recuperare le somme dovute per il decennio 2005/2015 ma nel 2018 il Tribunale Ordinario di Roma si dichiarò non competente in materia e rimando al Giudice Amministrativo. 

La notizia è di queste ore: tre anni dopo il primo tentativo di recuperare le somme attraverso l’azione congiunta con gli altri comuni aereoportuali d’Italia, la Giunta Comunale comunica di volerci ritentare e, in una seduta di Giunta, gli assessori all’unanimità hanno dato mandato al sindaco per procedere in giudizio davanti al Giudice Amministrativo per il recupero delle somme per il decennio 2005/15. Qualcosa si muove, certo, le regole di finanza pubblica vietano di mettere a bilancio somme “virtuali” ma è un buon inizio, in prospettiva, per vedere decrescere il buco di bilancio.

Tassa di Soggiorno

Segrate, notoriamente, non è una città turistica e non pullula di alberghi, la tassa di soggiorno, fino a non molto tempo fa non era raccolta, oggi non sappiamo se le cose sono cambiate ma quale potrebbe essere il gettito di una eventuale tassa di soggiorno? Qualche migliaio di euro? In tempo di predissesto corre l’obbligo di non lasciare nulla di intentato, inoltre, tali somme non hanno la complessità di accertamento e riscossione come altri introiti, i dati delle presenze alberghiere sono per legge tutte registrate.  

Roberto Spampinato

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