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Westfield, qualcosa si muove ma non come immaginavamo

La notizia è passata in silenzio, il 19 dicembre, domenica scorsa per la precisione (ma gli uffici comunali lavorano anche i festivi?), sull’albo pretorio è apparsa la Determina Dirigenziale che stabilisce la restituzione di oneri di urbanizzazione alla società Westfield a fronte di una riduzione dei volumi destinati alla realizzazione del centro commerciale, ammesso che si possa ancora parlare in tal senso, contradicendo quando abbiamo appreso fin qui, che in caso di ritiro della multinazionale il Comune non deve restituire tutti gli importi fin qui incassati.

In più occasioni la vicenda della restituzione degli oneri è saltata fuori, specialmente ogni qual volta che i programmi della multinazionale hanno subito cambiamenti o, l’ultima volta poco più di un anno fa, quando, come un fulmine a ciel sereno e attraverso notizie di stampa – in comune negano di essere stati avvertiti preventivamente -, arrivò la notizia che i fondi destinati dalla multinazionale alla costruzione del centro commerciale venivano dirottati altrove, di fatto congelando tutto il progetto. Dopo oltre un anno da quell’annuncio non è cambiato nulla. Il sindaco Micheli, incalzato da articoli di stampa ha fatto sapere – non ufficialmente ma attraverso un altro articolo di stampa – che entro fine ottobre, quello appena passato, la multinazionale avrebbe presentato un nuovo progetto. Del progetto non c’è traccia, in compenso abbiamo restituito un’importante cifra, più del 10% del bilancio comunale, che conferma che la clausola, la penultima della Convenzione Urbanistica del 2015, che prevede la restituzione degli oneri, è quanto mai reale. È evidente che un’ipotesi del genere, crediamo e speriamo, sia quanto mai remota, ma in caso di contenzioso vedrebbe il nostro Comune in seria difficoltà nel far valere le ragioni di una collettività che ha visto svenduta la sua dignità sottoscrivendo un accordo che prevede una clausola del genere – la legge impone che gli Oneri di Urbanizzazione siano legati all’effettiva realizzazione degli interventi e nel momento in cui usufruisce di un “permesso di costruire“, quindi corretto restituire tali oneri – ma, d’altro canto, non avere una analoga corrispondenza di obblighi da parte dell’operatore economico in caso di rinuncia al progetto è una “leggerezza” che potrebbe costare cara alla città di Segrate.

Quando Westfield infiammava i cuori della politica a Segrate.

Quell’accordo – Westfield, ormai decennale -, e non solo quello, sono stati il frutto di una politica neoliberista, dove deregulation e assenza di controllo pubblico dovevano rappresentare una formidabile spinta economica ma che si è tramutata solamente in una sostanziale laissez-faire che nel caso di Segrate ha visto fare cassa con oneri di urbanizzazione che corrispondono a migliaia di metri cubi che in un futuro molto prossimo cambieranno il volto della nostra città.

Tornando ai giorni nostri, Il sindaco Micheli usa spesso la parola gentilezza, “governare con gentilezza” è il suo Leitmotiv, e con gentilezza il sindaco ha restituito i 4 milioni di oneri ma sempre con gentilezza potremmo far presente che l’articolo 38 comma 7-bis, L.R. n. 12/2005 impone che L’ammontare degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria dovuti è determinato con riferimento alla data di presentazione della richiesta del permesso di costruire… e sempre al punto 7.6 della Convenzione “ L’ammontare degli oneri di urbanizzazione potrà essere ricalcolato, solo nel caso in cui una o più richieste di permesso di costruire/altro titolo edilizio venga/vengano presentate oltre 36 (trentasei mesi) dalla data di sottoscrizione della presente convenzione”.

Con gentilezza potremmo far presente che nel frattempo sono passati 72 mesi dalla sottoscrizione della Convenzione, che oggi nessuno sa bene cosa finirà per diventare l’area interessata, anche se pochi rimpiangono il mega centro commerciale, e che in fondo qualcuno inizia a pensar male – e si sa che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, ricordava sempre l’Onorevole Andreotti – e s’intravede una grande operazione immobiliare con migliaia di nuove abitazioni, che in fondo sono anche meglio del traffico di un “grande mega super centro commerciale” ma dobbiamo mettere in conto più scuole, più asili, più trasporti, in una parola più servizi, quelli che la prima amministrazione Micheli ha dovuto tagliare perché non c’erano i soldi.

Roberto Spampinato

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