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Né stadio né Westfield

Il post del sindaco Micheli, in risposta all’articolo sul Corriere che paventava la possibilità di insediare il nuovo stadio di Milan e Inter, una vera manna, secondo il Corriere, per chi si aggiudicherà la costruzione del nuovo complesso sportivo, rivela due cose e una certezza: il centro commerciale Westfield, come abbiamo imparato a conoscerlo in questi anni, questa è la certezza, non si farà, mentre è chiaro – questa è una delle due cose – che il sindaco e la sua giunta sanno esattamente come stanno le cose, senza rendere partecipi i cittadini e i tanti segratesi che li hanno votati. La seconda cosa è che Westfield cercherà di parcellizzare, lottizzare, spezzettare – usate il termine che più vi piace – per recuperare l’investimento fatto fin qui, e non solo. Vista l’ubicazione dell’area, ai grandi svincoli è praticamente con un piede a Milano, non è difficile immaginare il valore dell’area e allora perché non tentare anche di far fruttare tutta l’operazione? In tutto questo cosa fa l’amministrazione segratese, attende di vedere il nuovo progetto, che dovevano presentare lo scorso ottobre, ma fanno anche di meglio: restituisce 4 milioni di oneri per la variazione dei volumi edificatori. Nel frattempo l’amministrazione mendica sponsor per realizzare le sue opere culturali e dice di non avere i soldi per i lampioni del Parco Europa.

L’amministrazione segratese attende che la multinazionale si schiarisca le idee e, di gràzia, renderà partecipe i segratesi, il sindaco Micheli scherza “saremmo tutti molto contenti se Ibrahimovic venisse ad abitare a Segrate e se lo vedessimo fare allenamento insieme a Lautaro per i sentieri del Centroparco”. Il sindaco dice anche, nel suo post, che dopo la pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina potrebbe portare altri rallentamenti alla definizione del progetto finale ma dice una cosa che è rivelatrice:  “Ma qualora questa ipotesi dovesse intiepidirsi, l’arrivo qui a Segrate del “nuovo San Siro” non è certo quello che vogliamo per la nostra città.

Un nuovo moderno polo universitario di cui Milano ha bisogno o centri di ricerca proiettati verso il futuro, verso l’utilizzo civile dell’idrogeno e di altri fonti rinnovabili: queste sono le nostre eventuali opzioni”.

Non ci sarà nessun segratese che rimpiange la mancata costruzione del Centro commerciale, o forse chi aveva sperato in quei 17 mila nuovi posti di lavoro, promessi da Micheli, mentre sui social le tifoserie – quale contesto migliore – si sono scatenate, stadio sì, stadio no! Se nessun segratese rimpiangerà il centro commerciale perché tanto silenzio sull’argomento da un sindaco che è il principe della comunicazione social? A quale indigesta sorpresa dobbiamo prepararci? Certo, che dai tempi delle battaglie per il Parco Agricolo, sono cambiate tante cose, sono cambiate così tanto che sono riusciti a far dimenticare chi aveva firmato e voluto il mega centro commerciale e avercelo fatto digerire.

Roberto Spampinato

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