In Comune

Multe Linate, si è deciso di non decidere

Fumata grigia dall’ UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO  della Prefettura di Milano che doveva decidere se rinnovare il protocollo o ridisegnare un nuovo accordo per la gestione del servizio di Polizia locale di Linate che vede i tre comuni di Milano, Segrate e Peschiera coinvolti territorialmente, la SEA, la società che gestisce lo scalo Forlanini e l’ENAC, l’ente nazionale per l’aviazione civile, a cui fanno capo tutte le attività relative agli aeroporti del Paese.

In attesa della decisione del GIP?

La notizia, non confermata dalla Prefettura né dal Comando di Polizia locale di Segrate, a cui ci siamo rivolti per conoscere i motivi del rinvio, probabilmente risente dell’attesa della decisione dei GIP milanesi a cui spetta l’ultima parola – almeno per questa fase –  sulla denuncia presentata dall’ex comandante dei vigili di Segrate, Franco Fabietti, i quali dovranno decidere se accettare la richiesta di archiviazione del PM Paolo Filippini che ha deciso di non procedere. La denuncia metteva in luce irregolarità delle multe per difetto di giurisdizione e nella compilazione del luogo delle infrazioni.

Il comandante Fabietti ha già fatto sapere di voler ricorrere ai massimi gradi della giustizia amministrativa e ordinaria se i Giudici delle indagini preliminari dovessero accogliere la richiesta di archiviazione.

Oltre ventitré milioni di euro in vent’anni

Una multa elevata a Gennaio 2022

Attorno al protocollo girano, o forse è meglio dire, sono girati milioni di euro scaturite dalle multe che il servizio di Polizia locale milanese è riuscito a incassare in oltre vent’anni di gestione “devolute” al comune di Milano. (In questo articolo maggiori informazioni).

Secondo alcuni articoli di stampa, le multe «trappola» nelle strade di accesso all’aeroporto di Linate, dal duemila, hanno regalato al Comune di Milano quindici milioni di euro mentre negli ultimi anni, «grazie» a due telecamere, ne sono arrivati altri otto. Oggi sembrano essere molto più ridotti gli importi, gli automobilisti hanno imparato a non cascare più nelle corsie riservate.

Un accordo nato male

La vicenda, apparentemente ingarbugliata, è semplice da comprendere. Da una parte un sistema che ha risolto all’italiana la mancanza di mezzi o di insufficienti risorse dei comuni intesati, in questo caso, in prima linea, quello di Segrate, dall’altra un ente di governo che deve garantire il regolare svolgimento del servizio di Polizia locale sull’aerostazione, la Prefettura, dall’altra un comune che non vuole prestare la sua forza di polizia gratis, il comune di Milano.

In mezzo a tutto ciò i cittadini chiamati a sottostare a forzature di legge e ad assistere come in una parte del Paese, in questo caso nella stessa regione, quindi senza nemmeno immaginare a una sorta di federalismo giuridico, la legge è applicata in un modo, mentre a Linate in maniera “creativa”. Il tutto con la sufficiente approvazione di giudici che si sono fermati alla prima lettura di un accordo che non doveva e non poteva esistere perché contrario alle norme di legge. Un accordo per cui i ghisa milanesi potevano operare liberamente e soprattutto incassare le multe, altrimenti oggi, già dall’inizio della vicenda, dai ricorsi degli automobilisti che in primo grado si sono visti annullare le multe e poi, grazie al ricorso del Comune di Milano, hanno dovuto pagare multe illegittime, irregolari, non saremmo in queste condizioni.

A questo punto, forse, sarà meglio che il legislatore apponga la postilla nei suo atti, nelle nuove leggi che il Parlamento emana perché sia chiaro a tutti che le leggi prevedono anche la possibilità “Salvo accordi diversi”.  

Roberto Spampinato

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