Una considerazione sui social, la fine del discernimento?
È scoraggiante vedere come sui social le reazioni a notizie che hanno un oggetto sono interpretate in maniera fuorviante. È solo frutto di una mancanza degli strumenti di critica o non si vuole affrontare il tema?
Ma allora perché continuare a usare i social?
Sicuramente perché sono i mezzi di comunicazione più popolari e immediati, economici, poi perché pochissimi leggono i giornali o non s’informano sui siti di approfondimento, hanno il vantaggio di non essere filtrati da un editore o da un caporedattore che ti dice cosa e come scrivere e, infine, agiscono proprio nei gruppi di ascolto o di appartenenza dove il tema s’identifica proprio con il gruppo.
In questi pochi anni di esistenza di SEGRATE.INFO i temi e le storie che abbiamo proposto sono stati i più vari e disparati, sempre con un obiettivo ben chiaro: Segrate e la vivibilità al centro di ogni discussione.
Le critiche e i commenti che spesso abbiamo mosso ai partiti cittadini, così come all’Amministrazione comunale, hanno e avranno un solo fine: contribuire a rendere questa città più vivibile, più equa, più sensibile ai reali bisogno dei cittadini, più attenta alla richiesta di attenzione che arrivano da talune aree della città – alcuni quartieri continuano ad essere lasciati al loro destino (ce ne occuperemo presto) nonostante le tante promesse – e sensibilizzare i nostri amministratori a focalizzarsi più verso questi temi.
Tornando al tema di questa considerazione, è sconfortante vedere come alcuni frequentatori dei social, non so se volontariamente o forse perché non hanno ben compreso il senso di quello che hanno letto, riescano a commentare in maniera completamente fuori contesto o senza aver riflettuto e compreso il tema in discussione.
“Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”
In queste ultime ore due articoli hanno suscitato tanti commenti, alcuni di questi commenti buttati lì come prova di esistenza nel web, altri palesemente mistificatori, pochi in tema con l’argomento.
Il primo articolo riguarda la postazione della colonnina dell’autovelox posta a Tregarezzo, dove abbiamo tentato di segnalare un problema, la segnaletica stradale non è conforme a quanto stabilito dal Codice della strada… e subito molti a commentare l’intento di far cassa, alcuni hanno poi collegato questo articolo con quello di cui parlerò dopo, gli aumenti delle indennità degli amministratori, collegando l’installazione degli autovelox per far cassa per pagare gli aumenti di stipendio degli amministratori.
Gli autovelox e gli strumenti di sicurezza stradale sono i benvenuti in un regime di chiarezza, di corretta interpretazione della Codice della Strada e con l’intento primo di evitare incidenti e regolamentare il traffico in maniera corretta e sicura. Certo rimane difficile capire i motivi che hanno portato ad alcune scelte, quali relazione tecniche hanno fatto individuare i luoghi per installare i nuovi apparecchi per il rilevamento della velocità. Quasi nessuno ha commentato il vero nocciolo del problema.
Stipendi e populismo.
Confesso che avevo immaginato la reazione all’articolo sulla decisione della Giunta di applicare l’aumento degli stipendi ma spesso è il prezzo che ai social bisogna concedere con la speranza che tra tanti commenti di disprezzo, di condannata e di rabbia – la solita quando si parla di soldi della politica – ci sarebbe stato qualche riflessione, qualche ragionamento costruttivo, qualche illuminante commento. Pochi.
L’aumento degli stipendi non è un decisione della politica locale ma arriva da Roma, la quale si è anche fatta carico degli oneri di questa scelta, quindi non è in discussione l’operato dell’Amministrazione locale.
Gli stipendi sono troppo alti, troppo bassi? È una faccenda che non riguarda il Sindaco o la Giunta, sono stabiliti in ambito ministeriale. Del resto, come qualcuno ha fatto notare, sul mercato del lavoro privato, quelle remunerazioni sono destinati a impiegati e a dirigenti di primo livello, di prima fascia – quella più bassa – senza per altro avere le responsabilità che ha un sindaco o un assessore.
Allora, dov’è il nocciolo della questione?
L’aumento delle remunerazioni fa notizia in un Comune in predissesto, dove una relazione dei revisori del Bilancio ha messo in evidenza alcune criticità che, guarda caso, riguardano proprio le spese per il personale
“In relazione a quanto evidenziato al sopra riportato punto a), la progressiva riduzione dei proventi da titoli abitativi, verificatasi nel corso degli ultimi esercizi, accompagnata alla loro preponderante destinazione al finanziamento di spese correnti, comporta una situazione di elevato rischio sulla tenuta degli equilibri di bilancio, che dovrebbe indurre l’Amministrazione Comunale a valutare interventi di incremento strutturale delle entrate correnti (peraltro già a suo tempo considerate nel Piano di riequilibrio pluriennale in essere), accompagnate da misure di razionalizzazione della spesa corrente (con particolare riferimento alle spese di personale e di gestione e manutenzione del patrimonio comunale), non sottovalutando altresì che anche la realizzazione di talune tipologie di spese in conto capitale possono generare notevoli incrementi di spesa corrente. La medesima valutazione va estesa all’impiego di entrate a carattere non ripetitivo per il finanziamento di spese correnti, come evidenziato al sopra riportato punto b).”
Quindi, il quesito è: la legge permette il riequilibrio di stipendi tra politici e dirigenti ma il contesto lo permette? Già, perché non e detto che se la legge lo permette le condizioni finanziare del mio Comune me lo concede.
E poi, sulla base di quali risultati l’aumento è arrivato?
Guardiamo alla tassazione. Per necessità sono stati aumentati tutti i tributi locali. L’unica tassa che oggettivamente si poteva diminuire era la TARI. A distanza di 5 anni dall’approvazione del predissesto e piano di riequilibrio, la TARI addirittura aumenta…. Lo stralcio della relazione dei revisori non sorprende e preoccupa anche se per qualcuno sono c…te grilline. Divertente la storia dei cestini spariti, con la scusa che stavano per sostituirli con quelli intelligenti, un bel numero è sparito e qualcuno ha malignato “per forza, così si risparmia sul giro per svuotarli”.
Sarebbe bello avere una sorta di consultazione di metà mandato per avere il polso della situazione, per capire se il programma elettorale ma, soprattutto le promesse fatte, hanno trovato una realizzazione e magari, nel caso, correggere il tiro.
C’è poi l’annoso problema della qualità degli amministratori pubblici, non è solo di Segrate, dove competenze e curricula spesso fanno a pugni con i ruoli ricoperti ma purtroppo questo è il tragico risultato di quando si deve votare il meno peggio.
Ma di tutto questo nessuno ne ha parlato.
P.S. Quello della foto è Socrate…