Era nell’aria, dopo l’apertura e vari problemi tecnici, la ciclo stazione di Segrate cessa definitivamente l’attività. Rimangono i parcheggi e la gestione di quelli protetti che sarà garantita dalla Società Gasolio Cicli srl fino al 31 luglio prossimo.
Che cosa è successo, come ha fatto Segrate ad arrivare a perdere un simbolo di uno dei cavalli di battaglia dell’amministrazione Micheli?
Ce lo raccontano Giuseppe Fiocco, uno dei due soci, assieme a Daniele Ammendola di Gasolio Cicli, una di quelle attività che nascono dalla passione, dall’amore per un hobby o uno sport, nell’officina di Cologno, sotto il ponte della Metropolitana, dove tutto questo si respira, si tocca con mano.
Giuseppe è intento a raddrizzare un cerchio di una mountain bike, sembra un’operazione impossibile per un ciclista della domenica, ma per lui sembra la cosa più naturale del mondo e tra un bullone da svitare e un freno da allentare gli pongo la prima domanda.
Cosa è successo, come mai avete buttato la spugna? Il progetto iniziale è cambiato strada facendo o le condizioni contrattuali hanno subito delle modifiche impreviste?
Ma non siamo neanche arrivati a concretizzare un contratto. Non abbiamo mai firmato nessun contratto.
E come avete iniziato, su quali basi? Un accordo verbale?
Si esatto.
E quale era l’accordo verbale?
Secondo l’accordo verbale, avremmo dovuto avere un’officina con un parcheggio H24…
Ma scusa, non mi è chiaro, in che forma avreste avuto la struttura? Un comodato gratuito o era previsto un affitto?
No, immagino un affitto, ma non siamo arrivati a discutere di un affitto, di un costo. Ma il problema non era tanto questo ma il fatto di dover aprire un’attività commerciale per poi doverla richiudere, non abbiamo fatto in tempo a parlare di contratto.
Ma facciamo un salto indietro, dall’inizio della storia.
Il servizio della ciclo stazione viene annunciato in pompa magna dal Sindaco Micheli il 19 ottobre del 2020, immancabile la foto del sindaco con tanto di fascia tricolore e mascherina, accompagnato dall’assessore ai Trasporti Antonella Carretti.
I toni sono trionfalistici, la stampa locale parla di primato italiano: Dopo il primo ciclobus d’Italia e la ‘ciclopolitana’ (la metro per chi si sposta in bici), a Segrate arriva anche la ‘ciclostazione’, una struttura a misura di ciclista – con bagni, area ristoro e biglietteria. Un primato che tutta Italia ci ha invidiato per appena nove mesi, perché, dopo un periodo di rodaggio e di avvio del servizio, l’attività vera e propria viene inaugurata il 1° luglio del 2021 e conclusa il 26 aprile 2022.
Giuseppe Fiocco immaginava già la sua ciclo stazione a regime e tracciava quello che sulla carta sarebbe dovuto diventare un progetto moderno, un servizio al passo con i tempi e con una mobilità che cambia, che chiede meno auto e più mobilità sostenibile: «Oltre all’officina meccanica con servizi di riparazione e verniciatura ci sarà una biglietteria vera e propria di Trenord e Atm, con cui stiamo definendo un accordo, i servizi igienici e pensiamo a un bike cafè per colazione, pranzi e aperitivi che speriamo di poter lanciare dal prossimo settembre».
I due giovani ed entusiasti soci di Gasolio Cicli dichiarano alla stampa locale che “la ciclo stazione di Segrate e una delle più belle della Lombardia, e lo dico da addetto ai lavori” ma presto, però, tutta l’impresa fa acqua… letteralmente. La costruzione si rivela un box mal progettato e peggio costruito, grossi problemi di condensa mettono letteralmente a mollo impianti, attrezzature, le macchine dispensatrici di bevande.
Nel frattempo si scopre anche che il manufatto non è nemmeno censito al catasto, ma questo è l’ultimo dei problemi, basta pagare un professionista esterno – chissà perché poi pagare un esterno, in comune non c’è nessun geometra disponibile? – e tutto si mette a posto. Mentre, invece, non si mette a posto il problema più grande: il grosso contenitore di metallo non è idoneo all’attività per cui era stato pensato.
Il Comune tenta di correre ai ripari, pensa alla sostituzione del prefabbricato, il 16 novembre intanto ferma tutto, comunica ai due giovani imprenditori la sospensione temporanea delle attività “previste in bozza di contratto”, perché in effetti ancora non esiste nessun contratto e nessun obbligo da parte del cedente. Nel frattempo il Comune scrive alla società Europa Risorse SGR spa, la società che ha realizzato il manufatto, come parte di oneri legati alla realizzazione del Quartiere Stazione, ma questi ignorano la richiesta del Comune di provvedere alla sostituzione della struttura. Il Comune allora pensa di realizzare la sostituzione a proprie spese, ma con quali soldi?
Il Comune alla ricerca di finanziamenti per sostituire la struttura
l’Amministrazione – scrive nella disposizione che chiude definitivamente la vicenda – per poter sopperire alle mancanze da parte dell’azienda fornitrice, ipotizza di farsi carico direttamente della sostituzione della struttura, ricercando specifiche occasioni di finanziamento nei bandi di valenza sovralocale legati al finanziamento della mobilità sostenibile, anche se al momento non è possibile conoscere quale sarà la tempistica necessaria per la sostituzione della struttura stessa e alla sua messa in funzione (collaudo, allacci, etc); insomma la strada è lunga e tortuosa e non è certo che si trovino i soldi o forse bisognerà attendere uno specifico bando di finanziamento, ma nessuno sa come e quando.
E in tutto questo che ne è dei due giovani imprenditori ciclisti?
Giuseppe Fiocco non smette di lavorare mentre mi parla, ed elenca le fasi che hanno caratterizzato i nove mesi di attività.
Alle fine come è andata, economicamente quale è stato il bilancio?
Noi, in extremis, ce ne siamo tirati fuori prima di fallire. Siamo riusciti, subito prima di avere problemi economici, a tornare indietro. Certo ci abbiamo rimesso ma fa parte del rischio imprenditoriale. La prossima volta cercheremo di essere più avveduti.
Ma pensate a delle responsabilità del Comune, pensate a un’azione risarcitoria?
Noi siamo molto determinati, crediamo parecchio in quella bici stazione, siamo nati in una bici stazione popolare, siamo tutte persone del territorio…
Quindi non hai nessuna intenzione di aprire un contenzioso con il comune di Segrate perché magari speri di recuperare quanto perso in questa prima fase magari in un secondo momento?
I soldi che abbiamo perso, nella mia testa… non ce l’ho con il Comune, penso che quella perdita faccia parte del rischio imprenditoriale, lo vivo come un mio errore. Crediamo molto a questo genere di servizio, riparazione bici, parcheggio… e poi a Segrate non c’è più un riparatore di bici.
Giuseppe ha finito di mettere a posto la mountain bike, arriva il proprietario con il papà, per il cerchione posteriore non c’è speranza, va sostituito. Il papà del giovane ciclista pensa subito al costo, Giuseppe lo rassicura, forse ne ha uno usato e con 25 euro lo sostituisce.
Nell’officina c’è l’odore di copertoni nuovi e tanto buon umore, la gente va e viene, saluta mentre passa davanti all’officina. Giuseppe e Daniele sono due entusiasti del loro lavoro, quel che è stato è stato, certo c’è un po’ di delusione e prima di buttarsi in un’altra avventura vorranno vederci bene. «Se il Comune di Segrate indirà un bando per la gestione della nuova ciclo stazione saremo felici ma prima dovremo vedere le condizioni».
Mi saluta dicendomi che in fondo questi nove mesi non sono stati buttati, ma sono stati nove mesi di sperimentazione «nell’arco di questi mesi noi abbiamo raccolto dati, numeri e informazioni che consentiranno al comune di poter elaborare un bando su numeri e dati reali. Abbiamo fornito ogni singolo movimento, il dato di ogni biglietto venduto o di tutti i movimenti…». Un lavoro di enorme valore che ha ripagato in soddisfazione i soci della ciclo officina.
La sensazione che la vicenda della ciclo stazione segratese sia nata senza un vero progetto, una programmazione, come un occasione buona per un nuovo annuncio e qualche foto. I motivi che fanno pensare a tutto ciò sono tanti, e scritti nella Disposizione della Direzione Sviluppo Economico. Una serie di note e disposizioni dirigenziali, fino alla consegna dei locali in assenza di un contratto e sulla base di accordi verbali e bozze di contratto. Nove mesi di attività senza un contratto, una fretta che ha portato a una pasticciata vicenda che lascia un po’ di amaro e la sensazione di un’occasione perduta.
Di questa storia rimane l’eco della parole del Sindaco Micheli “Questo è un presidio che abbiamo fortemente voluto e che siamo orgogliosi di fornire ai cittadini e ai pendolari che ogni giorno scelgono la bicicletta o il treno per andare a scuola, al lavoro o per raggiungere Milano…” presidio che per adesso sarà parcheggiato in garage come il ciclobus, buono solo per qualche occasione fotografica.