Il tempo sta scadendo, le prossime elezioni battono il ritmo di incontri, presentazioni e dibattiti prima della fatidica data, il prossimo 25 settembre, quando gli italiani saranno chiamati a dire la loro.
A Segrate, nel giro di poche ore, due incontri, con Azione di Carlo Calenda e con il PD di Letta, il promesso sposo rimasto sull’altare in attesa del riottoso partner, scappato con l’altro.
Il risultato delle elezioni sembra scontato, stando ai sondaggi e ai più accreditati osservatori, la destra dovrebbe sbaragliare da nord a sud, da est a ovest ma quello che non è per nulla scontato è immaginare quale Presidente del Consiglio farà gli auguri di Natale agli italiani.
In ogni famiglia politica non tira una buona aria, sospetti di pugnalate alle spalle e congiure di palazzo lasciano immaginare come il rischio – o la fortuna – dipende dai punti di vista, potrebbe portare a un rovesciamento delle ipotesi di governo – Salvini starà ai patti? “governa chi ha un solo voto in più” e Berlusconi accetterà di fare solo il nonno dalla barzelletta facile? – nell’altra grande famiglia, dove Pd e Movimento 5 Stelle si sono giurati eterna scomunica, qualcuno ha in testa una grande famiglia allargata, quella di Calenda e Letta con cugini e parenti prossimi.
E quale luogo migliore per parlare di elezioni se non Segrate, città simbolo di questo genere di politica “fluida” di famiglia allargata, dove l’attuale Giunta è figlia di primo letto tra Renzi e Letta, costretta a governare mentre uno dei genitori è scappato con l’amante, tra l’altro, proprio quello che aveva detto di stare sereni?
PNRR La sfida del futuro.
Nelle intenzioni degli organizzatori, il tema del faraonico piano di recupero post pandemia, varato dalla UE, sembra un buon argomento per questo angolo di provincia lombarda, laboriosa e attenta ai dané. Chiedersi del perché la fascia più debole e meno abbiente della società vota compattamente la destra avrebbe potuto essere un argomento troppo astruso per la platea o, forse, non importa.
I numeri del sindaco
Il sindaco Micheli apre la serata, l’Auditorium Verdi è pieno, in molti in piedi in cima alle gradinate, non si sente volare nemmeno un drone.
“Due numeri, 125 e 400”, sono le cifre che il primo cittadino butta lì: 125 sono i milioni che potrebbero essere destinati a Segrate dal Piano e 400 quelli che servono per realizzare il prolungamento della linea della Metro da Linate. Numeri e speranze che potrebbero davvero cambiare il volto della nostra cittadina ma che sono a rischio in caso di elezione della destra, succo della serata.
I timori della sinistra
Ma il rischio non è solo perdere i milioni del PNRR ma diventare l’anello debole dell’Unione nel mirino degli speculatori, come avverte Carlo Cottarelli, il candidato della nostra circoscrizione al Senato per la coalizione di PD, Di Maio – Di Maio? – Bonino e Verdi Sinistra, e ha messo in guardia chi ancora non sa come votare, e i temi – forse meglio chiamarli timori – sono proprio questi: lasciare il Paese di nuovo in mano a Tremonti?
Il giovane candidato alla Camera, Paolo Romano, è un fiume in piena: precariato, lavoro, scuola, università, l’accesso al credito per i giovani senza il posto fisso… Temi che dibattiamo da decenni e che il giovane candidato alla Camera ha ereditato dalla generazione dei suoi genitori, oggi, in buona parte, alla guida del Paese. Un’eredità pesante che andrebbe studiata attentamente per non rifare gli stessi errori, le stesse presuntuose posizioni, e chiedere il voto solo in nome di una presunta superiorità.
Redimersi dai propri peccati per rinascere a nuova vita potrebbe non essere sufficiente e nel dubbio la sinistra non ha fatto nemmeno questo.