Segrate si adegua alle norme regionali emanate con il D.G.R. 20 giugno 2022 n. XI/6545 “Misure per il miglioramento della qualità dell’aria”, norme in vigore da 1° ottobre ma pubblicate sull’Albo Pretorio ieri, 3 novembre.
Dopo le polemiche dell’Area B e delle scelte unilaterali di Città Metropolitana, presieduta dal sindaco Sala, i comuni con oltre 30 mila abitanti devono adeguarsi alle norme di contrasto da inquinamento da PM10, nell’Ordinanza sindacale si legge che la DGR XI/3606 ha stabilito che tali procedure si applicano nei Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti appartenenti alle Fasce 1 e 2. Le misure temporanee antismog possono essere attivate tra il 1° ottobre e il 31 marzo di ogni anno e si articolano su due livelli al verificarsi del superamento continuativo del limite giornaliero per il PM10 (50 μg/m3) registrato dalle stazioni di riferimento (per almeno 4 giorni scatta il 1° livello, per almeno 10 giorni scatta il 2° livello). A partire dal 11 gennaio 2021 le limitazioni temporanee si applicano anche ai veicoli Euro 4 diesel dotati di FAP, indipendentemente dai valori di emissione.
Nell’Ordinanza si fa cenno a tutta una serie di azioni e comportamenti interdetti durante le restrizioni. Qui l’ordinanza.
Le principali riguardano la circolazione dei mezzi più inquinanti, ecco le restrizioni e i divieti:
limitazione alla circolazione permanente:
motoveicoli e ciclomotori a due tempi euro 0
autobus categoria M3 utilizzati per il TPL euro 0, 1 e 2 diesel
limitazione alla circolazione dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 dal 1° gennaio al 31 dicembre: autoveicoli euro 0 e 1 benzina o diesel
autoveicoli euro 2 e 3 diesel
limitazione alla circolazione dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 dal 1° ottobre al 31 marzo: motoveicoli e ciclomotori a due tempi euro 1
autoveicoli euro 4 diesel.
Divieti installazione e utilizzo stufe a biomassa
In tema in caro bollette gas, chi aveva pensato di arginare i costi di riscaldamento installando stufe a pellet e altre forme di riscaldamento, è bene che tenga a mente le restrizioni che investono queste forme alternative di riscaldamento:
– il divieto di nuova installazione di generatori di calore alimentati da biomassa legnosa aventi
emissioni superiori a quelle individuate dal DM n. 186 del 7/11/17per la classe“quattro
stelle” (obbligo di installazione di generatori ad almeno 4 stelle)
– il divieto di utilizzo di generatori di calore alimentati da biomassa legnosa aventi emissioni
superiori a quelle individuate dal DM n. 186 del 7/11/17 per la classe “ tre stelle” (divieto di utilizzo
per i generatori a 0 o 1 o 2 stelle);
– dal 1 ottobre 2018, nei generatori di calore a pellet di potenza termica nominale inferiore ai
35 kW, l’obbligo di utilizzo di pellet di qualità che rispetti le condizioni previste dall’Allegato X, Parte II, sezione 4, paragrafo 1, lettera d), parte V del D.Lgs. n. 152/2006, e che sia certificato conforme alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2 da parte di un Organismo di certificazione accreditato, da comprovare mediante la conservazione obbligatoria della documentazione pertinente da parte dell’utilizzatore.
Con buona pace di chi vive lungo la Cassanese o le principali direttrici di traffico tra il capoluogo e l’hinterland, attraversate ogni giorno da migliaia di camion e di mezzi inquinanti, dovremo fare buon viso a cattiva sorte: le norme come quelle di Area C e B non è dato sapere quali reali benefici abbiano apportato alla qualità dell’aria – nessuno ha mai prodotto dati – e poco importa se in tutti i comuni con meno di trentamila abitanti continuino normalmente come sempre, come se fossero separati dal resto del territorio e messi sotto una campana di vetro.
La battaglia per l’inquinamento è persa fintanto che si continuerà a investire sugli idrocarburi, una battaglia impari – il governo ha annunciato nuove trivellazioni per estrazione del gas – da una parte forti interessi economici dall’altra l’ideologica appartenenza a un movimento che fa fatica a far capire che il conto alla rovescia è cominciato.