Ad oggi gli alberi piantati – secondo quanto riporta lo stesso sito – sono 427.475.
Non c’è spazio per piantare gli altri 2,5 milioni di alberi e così è andato deserto il bando per affidare l’incarico mentre il comune di Milano chiede al governo di modificare il bando e, secondo quanto riporta il Corriere, «dalla Città metropolitana, che dal Comune di Milano, sono state avanzate richieste al ministero di una modifica del bando per renderlo effettivamente fruibile ed evitare che, anche per le altre annualità, non si riesca ad approvare progetti adeguati».
A Segrate, in tempi non sospetti, ci eravamo accorti che qualcosa non andava con i numeri annunciati da ForestaMi, che prevedevano per il nostro comune 36 mila alberi, e che con grande enfasi fu pubblicizzato dal sindaco Paolo Micheli: “un albero per ogni segratese”.
Non bisognava essere un agronomo o un professore d’Università come il professor Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura presso l’Università di Firenze, al quale, comunque, ci eravamo rivolti per capire meglio i contorni dell’operazione, dal quale, purtroppo, abbiamo avuto conferma come la politica degli annunci l’aveva sparato grossa anche in quella circostanza.
Ecco un estratto dell’articolo (qui integrale).
Il report 2020 di ForestaMi, il progetto di forestazione urbana all’interno della Città metropolitana di Milano che punta a valorizzare e implementare aree verdi, per giungere alla piantagione di 3 milioni di alberi entro il 2030, promosso da Città metropolitana di Milano, nato da una ricerca del Politecnico di Milano, ci fornisce un primo dato per comprendere e calcolare la superficie per piantare nuovi alberi.
Prevedendo, quindi, che entro il 2030 la superficie destinata a ospitare i nuovi alberi a Segrate cresca dal 16%, come riporta il report di ForestaMi, valore medio di tutta l’area metropolitana, fino il 30% della sua estensione totale di 17Km2 – dovremo forse abbattere qualche casa o non permettere più nessuna nuova costruzione – arriveremo ad avere un’area disponibile di 5,1Km2, cui corrispondono 510 ettari. Per ogni ettaro mettiamo a dimora 100 piante, avremo così piantato 51.000 alberi.
I conti sembrano tornare, abbiamo abbastanza spazio per i 36 mila alberi del sindaco, e pazienza se avremo sacrificato qualche parcheggio, del resto la rivoluzione Green richiede alcuni sacrifici.
Nel biennio 2018/20 in tutta l’area della città metropolitana sono stati piantati 284.871, meno del 10% del totale.
Il professore Ferrini smorza subito l’entusiasmo: “attenzione, se l’obiettivo finale è avere 100 alberi nell’area, se ne dovranno piantare almeno 300 per dare un’idea dell’azione effettuata, perché all’inizio 100 alberi a ettaro si notano poco”. I conti si complicano ma è solo l’inizio. Quindi, se il sindaco Micheli alla fine della sua campagna di riforestazione del 30% del territorio cittadino vuole 36mila alberi ne dovrà piantare molti più, forse il triplo. Infatti, il professor Ferrini ci dice che il fallimento di un 20/25% è fisiologico, mentre punte del 50% sono sempre più frequenti a causa della siccità o per l’eccessivo calore, per arrivare a percentuali catastrofiche: “recenti progetti di impianto di alberi effettuati in Italia hanno avuto percentuali di fallimento anche oltre l’80%”,sottolinea il professore Ferrini.
A questo punto dovremo chiedere ai privati di ospitare qualche pianta nel loro giardino o nel terrazzo, perché dopo aver coperto il 30% – un terzo!!! – del territorio cittadino, non avremo abbastanza spazio per tutti gli alberi.
Il professore Ferrini ci ha tirato un brutto scherzo ma non è contento. Ci dà un’altra brutta notizia: ammesso che tutti i cittadini abbiano accettato di vivere in un ambiente quasi boschivo, c’è un problema pratico. Dove prendiamo 36mila pianticelle? Oggi nei vivai italiani non c’è la disponibilità per accontentare il nostro sindaco. La produzione nazionale vivaistica è di circa 10 milioni di piante, di cui il 50% per uso forestale, il restante 50% per tutto il resto. Un altro dato che evidenzia come la domanda sia superiore all’offerta è dato dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ha destinato 331milioni per 6,5 milioni di alberi da destinare alle dieci maggiori città metropolitane.
Il professor Ferrini adesso ci parla di soldi. Una pianticella, di 50-60 centimetri, costa mediamente intorno ai 3 euro. Ma sono piante molto piccole con un alto tasso di insuccesso. Se invece vogliamo puntare su qualcosa che ci garantisca maggior margine di successo, dobbiamo puntare a piante di circa 2 mt il cui costo però è decisamente più alto, circa 50 euro a pianta.
Nel primo caso, quello delle pianticelle più piccole, visto l’alto rischio di insuccesso è il caso di seguire le indicazioni del professor Ferrini e piantare 108mila piante, contando di arrivare ad averne un terzo dopo un certo numero di anni. Ipotizzando un costo medio di 3 euro a pianta (il costo medio è 3/5 euro) il nostro sindaco dovrà mettere a bilancio 324 mila euro per l’acquisto; bisogna poi aggiungere circa 10 euro di mantenimento, acqua e cure nel corso di tre anni, raggiungiamo così la cifra di un milione e 404mila Euro. Se invece vogliamo puntare ad avere un albero di dimensioni “visibili” per ognuno dei segratesi – chissà magari poi lo possono adottare o dargli il nome che vogliono – c’è l’altra possibilità, ha un costo più importante ma darà la certezza a tutti i segratesi di avere il proprio albero alla modica cifra di poco più di 5 milioni di euro.
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