Sulla carta un Consiglio comunale come altri, quello di giovedì scorso: alcuni adempimenti amministrativi, passaggi obbligati, Variazioni di bilancio, Verifica dello stato di attuazione del programma e poi in fondo gli ultimi punti dell’Ordine del giorno, due interrogazioni dell’opposizione: che fine hanno fatto la ciclostazione e le linee ATM 38 e 73?
Invece, il Consiglio di giovedì scorso non è stato un noioso adempimento burocratico ma un singolare spettacolo, dove colpi di scena e notizie inattese sono venute fuori. Forse in pochi hanno colto il passaggio su Westfield.
Ma andiamo per ordine.
La tribuna riservata al pubblico è insolitamente affollata: arzille teste canute, tra le file di poltrone qualche bastone da appoggio, dietro soprabiti e cappotti alcuni vistosi cartelli “Ridateci la 38”, un po’ di agitazione. È il popolo della 38 e della 73, i cittadini di Novegro lasciati a piedi, per lo più anziani, utenti delle linee che ATM ha soppresso o sforbiciato, in ossequio a politiche di bilancio. Una quarantina in tutto, alcuni fanno fatica a raggiungere le poltrone della gradinata dell’aula consiliare, sorretti da compagni di protesta.
Il Consiglio è aperto da un minuto di silenzio per ricordare l’ennesimo femminicidio, quello della giovane laureanda, uccisa dall’ex fidanzato proprio nel giorno della discussione della laurea. Anche il Consiglio comunale segratese, su proposta del consigliere Marco Carandina, ha deciso di manifestare dolore e sgomento e, sempre con le parole del consigliere leghista, porge un invito a “educare verso il rispetto del prossimo”.
Dopo il minuto di silenzio, dove persino il sindaco trova il tempo di staccarsi dal suo cellulare, la consigliera Coraglia chiede di intervenire, e lo fa sottolineando che il suo intervento è personale e non in rappresentanza del gruppo che presiede: “in tante scuole e università il minuto di silenzio che abbiamo appena osservato si è trasformato in un minuto di rumore. Quando ho avanzato la possibilità di farlo anche qui, alcuni colleghi, anche di maggioranza, mi hanno detto che non era il caso, che queste cose non si capiscono, sono difficili da spiegare e che il silenzio è il minimo in casi come questi”.
Mentre la consigliera Coraglia denuncia la superficialità e, forse è anche il caso di dire, l’inadeguatezza di taluni consiglieri, tra le fila della maggioranza qualche segno di insofferenza e sguardi rivolti verso i banchi dell’opposizione anche se le parole pronunciate avevano l’aria di essere dirette proprio ai colleghi di maggioranza. La consigliera Coraglia conclude: “bene, abbiamo fatto il minimo, adesso cerchiamo di fare di più”.
E pensare che quasi il 50% dei consiglieri di maggioranza sono donne, è evidente che tra le forze che sostengono il sindaco Micheli c’è da fare tanto in fatto di parità di genere. Come mai le consigliere di maggioranza non sono riuscite a far passare la proposta Coraglia?
Arriva il momento clou della serata, tra gli spettatori cala il silenzio per cogliere ogni singola parola del dibattito. Molti dei cittadini presenti sono reduci del mancato incontro con l’assessore milanese ai Trasporti Arianna Censi, un’occasione di dialogo trasformata in una cocente delusione, un’opportunità mancata di confronto con i cittadini e sperano di ricevere durante questo consiglio comunale le risposte che Milano non ha dato.
La stessa scena, però, si ripete anche qui, in Consiglio a Segrate: il consigliere Marco Griguolo, rappresentante segratese presso Città metropolitana, proprio con delega alla Mobilità non è in aula, e forse proprio da lui ci si poteva aspettare qualche informazione in più rispetto a quanto dirà l’assessore Giulia Vezzoni. Ma anche questa volta i cittadini dovranno accontentarsi.
In effetti l’assessore Vezzoni non dirà molto, o niente di diverso da quanto gli interessati non sapessero già. L’assessore menziona la lettera al suo omologo del Comune di Milano, Arianna Censi, a firma congiunta del sindaco Micheli e del vicesindaco di Peschiera Stefania Accosa. La lettera è un mesto tentativo, non molto convinto, di far vedere come l’amministrazione si sia mossa a tutela proprio quella fascia più bisognosa di cittadini, gli anziani e chi ha difficoltà a usare la Metropolitana.
Una lettera delle buone intenzioni, arrivata tardi, il 26 ottobre, quando ormai da inizio luglio ATM aveva sospeso il servizio, lasciando a terra “poche decine di utenti”, come qualcuno ha fatto notare e che “non giustificano la spesa”. Il consigliere Carandina rincara la dose: “con che faccia dite di voler far rispristinare le linee quando nel 2016, in una delibera di Giunta votata dal sindaco Micheli e dell’assessore Di Chio, chiedevate la sospensione del servizio della 38?”.
E poi arriva l’ultima stoccata, quella che non darà spazio al solito ritornello “siamo in predissesto e non possiamo spendere”. Per il consigliere Carandina gli utili della partecipata Segrateservizi potrebbero essere spesi in questa direzione. L’assessore Vezzoni replica ricordando come Regione Lombardia, governata dalla stessa area politica del consigliere Carandina, in questi anni abbia scaricato su gli enti locali l’aumento del trasporto pubblico e, aggiungiamo noi, ridotto sensibilmente gli stanziamenti per il trasporto pubblico.
Il pubblico rumoreggia, scoppia la bagarre, dalla tribuna qualcuno pretende di avere la parola, il sindaco accusa il consigliere Carandina di parlare di predissesto senza ricordare chi ha portato il comune quasi al fallimento, dalle file della maggioranza qualcuno richiama al regolamento, il presidente Poldi a fatica riporta la calma, ricordando al pubblico che non può intervenire.
Certo lo spettacolo non è dei più belli, un sindaco che non riesce a spendere una sola parola verso quel pubblico che è venuto in cerca di risposte o, almeno, di qualche scusa più convincente della letterina all’assessore Censi o delle giustificazioni della Vezzoni “abbiamo fatto tutto in nostro potere”. Un altro sindaco, con un pizzico di empatia in più, forse avrebbe salutato i suoi concittadini, avrebbe preso la parola per metterci la faccia e spiegare anche l’impossibilità o la difficoltà di gestire qualcosa che non dipende solamente dalla sua amministrazione ma che, anzi, la sua amministrazione in questo caso può fare poco, stando alla loro narrazione.
La prassi del dibattito consiliare prevede che sia l’assessore a rispondere ma la buona politica avrebbe visto un sindaco più partecipe, meno distratto dal suo cellulare, chiuso nella sua torre d’avorio.
Qualcuno dalla tribuna grida “ma voi la 73 l’avete mai presa?” Il presidente Poldi dice di abitare in altra zona, diversa da quella servita dalla 73, il sindaco l’aveva già detto a luglio di non essere mai stato sulla 73.
I lavori consiliari riprendono, il sindaco ritorna al suo cellulare, si passa al prossimo punto all’ordine del giorno.
È la volta del vicesindaco Di Chio, PGT e problematiche attorno al CentroParco sono il cuore del suo intervento. Si entra nei dettagli e nei tecnicismi che il pubblico non segue, è ancora distratto e forse anche un po’ arrabbiato per aver fatto le ore piccole senza aver ricevuto nessuna soddisfacente risposta. Di Chio parla del pericolo scampato di un secondo centro commerciale a ridosso del Lotto 5, quello che sta sorgendo in questi mesi, visibile sulla Cassanese, l’altro centro commerciale è l’esistente Aldì, sulla rotonda dell’Esseleunga. L’assessore Di Chio si sofferma sulla Segrate che sarà, il Chilometro verde, sulla visione che questa Giunta ha voluto imprimere sul futuro della nostra città tralasciando di dire e di raccontare la Segrate di oggi. E fra le risposte che la Segrate di oggi meriterebbe di avere è sapere che fine farà l’enorme area che era destinata al “più grande centro commerciale d’Europa” vanto e orgoglio dell’amministrazione Alessandrini.
Dopo la pandemia di Covid-19 la multinazionale proprietaria dell’area aveva fatto sapere che era tutto fermo, il progetto – ormai vecchio di qualche decennio- veniva accantonato, non più in linea con i nuovi modelli della grande distribuzione. Dalle previsioni di investimento della multinazionale spariva definitivamente il progetto ma, soprattutto, i milioni di euro destinati alla sua realizzazione. Un progetto da 1,6 miliardi di euro: l’impatto sul Pil della Lombardia, tra investimenti diretti e indiretti sarebbe stato notevole ma nessuno ha saputo fare un’analisi sull’impatto sul tessuto di tutta la città. In questi anni il sindaco ha più volte detto che presto la multinazionale avrebbe presentato un nuovo progetto ma nessuno ha visto nulla.
Un breve passaggio del vicesindaco per giustificare gli affanni della macchina comunale, sul grande carico di lavoro che gli uffici comunali stanno vivendo a seguito della vertiginosa crescita della città rivela qualcosa di inaspettato.
Di Chio si dice fiducioso, questi problemi – il Documento di piano scaduto – non andranno a impattare sul cittadino e poi aggiunge che nell’ambito della grande trasformazione che Segrate sta attraversando “la metropolitana e la trasformazione di Westfield che porterà carichi urbanistici importanti…”. Il vicesindaco involontariamente ci sta dicendo che è già a conoscenza dei piani della multinazionale?
Quindi Westfield diventerà una grande area residenziale a ridosso della nuova stazione? Di quante unità abitative si sta parlando? Quali servizi, scuole, e infrastrutture sono previste?
Nessuno eccepisce le parole del vicesindaco, tra i banchi dell’opposizione nessun sussulto e nessuno alza un dito per chiedere lumi sulle parole appena pronunciate. Westfield rimane ancora una grande incognita ma Di Chio annuncia una sorta di Road Map che nei prossimi mesi la giunta condividerà con i cittadini, chissà se sarà la volta buona per conoscere la vera Segrate che verrà, al netto dei 36 mila alberi da piantare, delle isole galleggianti e del ciclobus per gli studenti segratesi.
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Abbiamo un governo della Regione che SE NE FREGA dei suoi cittadini e le varie giunte comunali si comportano di conseguenza rimpallandosi le responsabilità!!! MAI VISTO UN DEGRADO SIMILE IN LOMBARDIA!!!! Cui Prodest??? Perché a qualcuno DI SICURO gioverà 😡😡😡