Spesso la fretta ci induce a conclusioni affrettate. È successo ieri sera al sottoscritto, scrivendo l’articolo sull’assemblea del Comitato le Voci del Villaggio. Nell’articolo lamentavo il fatto che non sia stata data la possibilità di fare domande all’assessore Di Chio durante il suo intervento ma in effetti non è andata così.
Poco dopo l’inizio del suo discorso, dove ancora una volta l’assessore ha illustrato le meraviglie del Chilometro verde, mi sono alzato perché non potevo ascoltare ancora una volta quello che ho già sentito tante volte e l’istinto è stato quello di fare una domanda più calzante sull’argomento in quel momento in discussione.
Era il momento delle lamentele attorno al cantiere del Parco dei Mulini, molti riferivano dei disagi dovuti alla soppressione dei tanti posti auto che avevano prima e che ora hanno lasciato spazio al parco. Viste le lamentele mi è venuto spontaneo chiedere chi di loro avesse votato per trasformare una grande zona alberata, anche con tanti parcheggi, ma pur sempre una grande zona verde in parco?
Sono stato fermato, la mia domanda non era pertinente in quel momento, e il presidente Venturi mi dice che non è argomento in discussione. Il dibattito va avanti, parcheggi, disagi e lamentele sono tutt’uno. A quel punto ritengo esaurito il motivo della mi presenza e decido di lasciare l’assemblea.
Dopo l’uscita dell’articolo sono arrivati le lamentele per la faziosità dell’articolo – è la solita accusa quando non si condivide quanto si legge – ma la critica che mi ha indotto a scrivere questa rettifica è la seguente: “Se fosse rimasto fino alla fine, come da agenda ci sono stati 30 minuti di domande in libertà”. Ho perso una grande opportunità, e questo mi dispiace davvero. Sarebbero state tante le domande che avrei voluto fare al vicesindaco Di Chio. Non sono certo se avrei potuto farne anche non direttamente collegate ai temi della serata ma non lo saprò mai.
Colpa mia, mi dispiace.
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