Dopo tanti annunci “il Chilometro verde” prende più i contorni di un progetto vero e proprio. Giovedì 14 marzo al Centro Verdi di via 25 Aprile si è tenuta la prima presentazione ufficiale di qualcosa che aleggiava da mesi nelle parole del Sindaco Paolo Micheli e del Vicesindaco Francesco Di Chio. Alla presentazione erano presenti i tecnici del Comune di Segrate della Direzione Territorio, rappresentanti dello studio olandese West8, specializzato nell’architettura del paesaggio, a cui l’Amministrazione ha affidato la fase progettuale grazie al contributo degli sponsor Westfield e Ambrostore, e gli esperti della società internazionale Mic-Hub che opera nei settori della mobilità e dei trasporti.
Ho atteso qualche giorno prima di scrivere questa riflessione per cercare di comprendere se la mia visione di tutta questa faccenda sia corretta, equilibrata e non prevenuta. Ho letto i diversi articoli che sono stati pubblicati, le minuziose descrizioni di un progetto che fa leva – come tutti gli altri dell’amministrazione Micheli – sulla sostenibilità, sul green, sulla rigenerazione urbana, termine molto in voga in giunta, ma oltre le descrizioni delle opere non ho trovato nulla, nemmeno una riga sulla valutazione e sull’impatto sui segratesi che vivono e lavorano lungo la Cassanese. Insomma, nessun dubbio, sarà una meraviglia.
Nessun articolo ha esaminato quali saranno gli effetti sulla vita reale dei segratesi – non di quelli che fanno finta di andare a lavorare in bicicletta – ma di chi vive e lavora lungo i tre chilometri che s’intende modificare.
Ma andiamo per ordine. Non replicherò descrizione e dettagli del progetto che in questi giorni sono stati pubblicati copiosamente e poi, per chi vuole c’è il sito del Comune dedicato al progetto, lo trovate qui.
Per capire la genesi del piano bisogna fare un salto indietro, rovistare nel cassetto delle idee partorite dalla fervida creatività di un’amministrazione comunale il cui compito sarebbe stato già sufficiente e prodigioso mantenere i livelli di vivibilità, di mantenimento e cura del verde e di consumo del suolo a livelli accettabili.
Su questo si darà sempre la colpa a chi c’è stato prima, alle licenze edilizie concesse dalle precedenti giunte.
Quasi due mandati Micheli non hanno invertito minimamente la tendenza, tutte le tabelle indicano come si continui a costruire a livelli sostenuti e se solo qualche anno fa, durante la precedente consigliatura, l’allora assessore De Lotto denunciava che sul Centro Parco e d’intorni qualcosa come cento mila metri cubi di nuove costruzioni dovevano ancora arrivare, provate a immaginare cosa ci aspetta. East Park fa parte di quell’annuncio evidentemente.
E forse vale la pena partire da questo dettaglio: mentre condomini, nuove residenti e nuovi segratesi arriveranno lungo la Cassanese, perché è proprio li che le future costruzioni sorgeranno, oggi si pensa a ridimensionarla.
Il claim del progetto è efficace:” togliamo asfalto, creiamo nuovi giardini e avviciniamo i nostri quartieri”.
L’idea di chiudere al traffico di attraversamento la Cassanese, oggi con un traffico medio di quarantamila passaggi, come indicato durante la presentazione, balena in testa al sindaco quando il progetto della deviazione diventa realtà, nasce la Cassanese Bis. Un’arteria a quattro corsie che convoglierà tutto il traffico nella direttrice est-ovest, sponsorizzata da Westfield, la società che doveva costruire il grande centro commerciale di cui, per adesso, si sono perse le tracce.
Ricordiamo che la multinazionale franco-olandese due anni fa annuncio lo stop del mega centro commerciale e la cancellazione di ogni impegno finanziario e da quell’annuncio si sono susseguiti notizie di un imminente presentazione di un nuovo progetto ma ad oggi non c’è traccia. E forse sarà interessante comprendere come anche quell’area impatterà sulla ridimenzionata Cassanese.
Per Micheli e la sua Giunta la prospettiva di un altro fantastico progetto di “rigenerazione urbana”, l’ennesimo presentato nel corso dei suoi mandati, fa capolino. Un’altra idea di cui innamorarsi, un progetto che potrebbe dar lustro a Segrate ma soprattutto al suo mandato, come le Isole galleggianti, i 36 mila alberi piantati nel frattempo, le Dune, la mobilità dolce scolastica, i bambini che si recano a scuola con il veloci bus a pedali, la Ciclopolitana, “la metropolitana in superficie, dove le rotaie sono le piste ciclabili cittadine (o brevi tratti su strade in Zona 30) e i treni sono le biciclette”. Nel frattempo, si è poi provveduto a modificare un’area già verde e ben piantuma con un nuovo “progetto di rigenerazione urbana”, il Parco dei mulini, soldi del PNRR per delle aiuole e qualche gioco per bambini in una città che conta sempre meno bambini e più anziani e che pochissimi volevano.
Immaginare di usare i soldi per l’efficienza energetica delle scuole – come espressamente indicato dalle linee guida del PNRR – sarebbe stato troppo ovvio, poco visibile. Oppure informatizzare tutte le aule scolastiche, oggi solo 11 plessi scolastici su 18 lo sono, ma anche questo si sarebbe visto poco.
Una volta spostato tutto il traffico sulla nuova Cassanese che fare di quella vecchia?
Quali potrebbero essere le nuove attività di vicinato a Segrate, mentre nel resto del Paese, dal 2019 a fine 2023 si conteranno oltre 52mila imprese del commercio in meno, per un declino complessivo del -7%, nessuno lo sa.
Il progetto ha anche un’alta valenza ambientale: secondo le stime ridurrà del 70% le emissioni di Co2 nella zona di intervento perché tre auto su quattro in transito attraverso Segrate sceglieranno la nuova Viabilità Speciale per recarsi a Milano o per muoversi verso l’hinterland.
Un ottimo risultato per chi vive lungo la Cassanese, un po’ meno per i martoriati abitanti di Redecesio che nel frattempo sono rimasti a piede, ma come si sa non dipende da Segrate. Ma se era così facile perché a Milano da vent’anni tentano di arginare lo smog?
Lungo questa nuova autostrada verde, inoltre, verranno piantati oltre 1.200 alberi e create nuove connessioni con i grandi parchi cittadini.
Si sommeranno ai 36 mila del precedente piano.
Durante la presentazione il Vicesindaco di Chio ha spiegato: “Il Chilometroverde nasce dalla visione che abbiamo della città: un paese con tanto verde, a misura di famiglie e con un’alta qualità della vita e rispondendo alle numerose domande degli oltre 300 cittadini intervenuti e titolari di aziende produttive che chiedevano “cosa potrebbe accadere se uno dei duecento camion, che ogni giorno arriva nei nostri stabilimenti, dovesse bloccare l’unica corsia disponibile”? La risposta del vicesindaco: “quello può accadere ovunque, come anche a Milano. In città non ci sono strade con quattro corsie… e poi”, sempre secondo il vicesindaco “perché pensare sempre negativamente” e concludendo la risposta al rappresentante della Oleotecnica che aveva posto l’obiezione: “e poi pensate a quanti diranno ma in che bel quartiere lavorate…” Insomma, per i camionisti e per gli autotrasportatori sarà davvero un momento felice recarsi lungo la Cassanese, di relax e di rigenerazione personale, tutto grazie al chilometroverde.
Certo lascia pensare come la politica impunemente parli di nuovi progetti e di vivibilità o di come la Cassanese, da Lavanderie al Villaggio, diventerà un boulevard, quel centro città che ancora manca alla nostra Segrate, mentre interi quartieri di vivibilità hanno ancora molto poco, come Santamonica. Un’area lasciata a sé stessa, forse i residenti devono pagare lo scotto di aver comprato casa in una zona voluta dal precedente sindaco? O forse non hanno diritto di sognare di vivere le gioie che Sindaco Micheli e Vicesindaco Di Chio in questi anni ci hanno promesso? Tutto in linea con una visione ecologista, green, sostenibile, mentre i residenti di Redecesio rimangono a piedi e saranno invasi dal traffico della nuova Cassanese, dallo smog di decine di migliaia di transiti veicolari; gli artigiani e le industrie sorte lungo la Cassanese s’interrogano da dove faranno passare i camion che ogni giorno si recano nei loro stabilimenti.
Intervenendo in sala il sindaco ha voluto rimarcare i successi di questi anni: “Con grande orgoglio e con un po’ di presunzione dico che a Segrate stiamo facendo grandi cose che hanno grande significato oggi ma soprattutto l’avranno domani – ha spiegato il sindaco Paolo Micheli al pubblico in sala, illustrando i tanti progetti avviati che vedranno la luce nei prossimi mesi e anni -. Ci stiamo impegnando per lasciare alle future generazioni di segratesi, ai nostri figli e nipoti una città migliore di quella che abbiamo trovato”.
Quanto ci sia di buono in questo progetto, al netto di un ego ipertrofico della politica, nessuno può dircelo ma ci sono tanti indizi di una furia ecologista che per anni ha indicato nell’auto elettrica la soluzione a tutti i problemi ma adesso si sono resi conto che inquina più dei motori a scoppio. E poi i precedenti del Sindaco Micheli non depongono in suo favore e se in fondo anche i milanesi si sono abituati a Corso Buenos Aires a due sole corsie, cosa sarà mai per i segratesi la Cassanese ridotta?
C’è un altro dato che sorprende, come la necessità della visibilità della politica venga prima delle reali necessità dei cittadini, come l’umiltà dell’amministratore a servizio della collettività sia un concetto astruso, impraticabile nell’arena “tanto sono uno peggio dell’altro”. La visione del cittadino non potrà mai essere quella dell’amministratore, ormai credo sia chiaro a tutti ma almeno pensare a fare il minimo sindacale.
Non che la politica non debba essere propositiva o che non debba immaginare il futuro della città e prepararsi alle sfide che la trasformazione e la modernità impongono ma forse partire dalle reali necessità della collettività potrebbe essere un buon punto di partenza.
E pensare che questa è la parte migliore della politica segratese, chissà cosa ci attende alle prossime comunali.
Piccola nota a margine. Per il progetto non ci sono ancora tutti i soldi, cifre importanti che un ente locale non potrà mai sostenere da solo, il ricorso a finanziamenti statali e comunitari sarà sicuramente un passaggio obbligato per il quale il Sindaco uscente di Bergamo Gori, intervenuto alla presentazione, si è detto disposto a lavorare nel caso di una sua elezione a Bruxelles… sappiatelo.
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