Con i sigilli della Polizia Locale si conclude il braccio di ferro tra la Onlus Rosa di Gerico, che aveva in uso la villetta di via Pertini e l’amministrazione del Sindaco Micheli.
Giovedì 4 luglio – quale mente diabolica ha potuto scegliere data più simbolica – gli agenti della Locale si sono presentati per eseguire lo sgombro e mettere i sigilli alla struttura. La politica ha avuto la sua rivincita, ha fatto valere con i deboli la forza della legge, mentre altri provvedimenti, come passati ordini di sgombro e demolizione, hanno sempre trovato un accomodamento.
Un braccio di ferro lungo due anni
La vicenda parte da lontano, nel 2022, e in questi anni si è trascinata tra i silenzi di un’amministrazione sorda alla richiesta di un dialogo da parte della Onlus, nel tentativo di trovare un accordo per il rinnovo del contratto per il proseguo dell’attività, per culminare perfino in una querela da parte del dottor Falanga, il responsabile della struttura, verso l’assessore Bellatorre di cui Segrate.info è stato incolpevole testimone.
Una storia in fondo banale che la politica, forse, non ha voluto risolvere come di fatto gli eventi hanno dimostrato che era possibile risolvere, salvando un servizio sociale importante e il progetto che vede la villetta di via Pertini come strumento per l’assegnazioni di fondi del PNRR.
Tutta la vicenda ruota attorno all’affidamento del bene confiscato alle mafie e affidato al Comune di Segrate con un preciso vincolo: la destinazione d’uso della villetta deve essere l’impiego per fini sociali con particolare riguardo a situazioni di accoglimento di mamme in difficolta con minori. Ed è proprio quello per cui la Onlus si è distinta, un servizio mirato proprio a quelle situazioni in cui donne in condizioni di fragilità e bisognose di protezione e ricovero protetto, come mamme e bambini allontanate da contesti difficili, trovavano un alloggio protetto ma soprattutto l’assistenza e la consulenza psicologica necessarie in queste circostanze.
E così di fatto è stato per anni per cui la stessa Onlus, nella piena soddisfazione dell’amministrazione segratese, che lo mette nero su bianco, fa si che il Comune rinnovi più volte la convenzione permettendo un utilizzo esemplare della struttura.
I soldi del PNRR scatenano la fantasia di migliaia di amministratori del Belpaese, e così anche a Segrate.
La ricorsa al progetto perfetto per spendere i soldi piovuto dall’Unione europea fanno fiorire una miriade d’idee. Segrate, in collaborazione con il Comune di Pioltello, capofila del Distretto Sociale Est Milano, concorrono all’assegnazione di fondi del PNRR. Oltre quelli che Segrate si è aggiudicata per la realizzazione del Parco dei Mulini, l’amministrazione segratese punta ai soldi per la ristrutturazione dell’altro bene confiscato alla mafia, quello di via Gramsci. L’operazione va sotto il nome di contrasto alla Povertà estrema, una linea d’investimento di 710 mila euro che comprende 500 mila dedicati alla ristrutturazione e all’acquisto degli arredi dell’immobile di via Gramsci e 210 mila dedicati all’erogazione del servizio di assistenza.
Il Comune di Pioltello, quale ente Capofila del Distretto Sociale Est Milano, ha provveduto alla presentazione del progetto complessivo e, a tale fine, lo stesso ha dichiarato il possesso dei requisiti relativamente alla parte infrastrutturale, anche per conto del Comune di Segrate.
Ed è qui che l’amministrazione segratese mette gli occhi sulla villetta di via Pertini.
Serve una struttura su cui incardinare il processo di erogazione dei fondi, il contratto di via Pertini in scadenza alla Onlus fa il resto.
L’Assessore Bellatorre comunica alla Onlus che alla naturale scadenza del contratto non ci sarà un altro rinnovo e la struttura dovrà tornare nella piena disponibilità del Comune. Il dottor Falanga e i suoi collaboratori si chiedono come mai il contratto non sarà rinnovato, coscienti del fatto che la struttura gode di un vincolo ben preciso e l’operato della Onlus si è svolto pienamente all’interno del vincolo posto dal Demanio, indicato nell’atto di conferimento al patrimonio indisponibile del Comune di Segrate del 2006.
Il pressing della Onlus si fa stretto, richieste di chiarimenti e contatti si fanno insistenti, il comune fa muro, un muro di gomma. Mail, lettere dei legali, richieste di colloqui con il sindaco e l’assessore cadono nel vuoto.
Le ragioni e le parole della politica
Il progetto dell’amministrazione ci viene spiegato dall’assessore che, dopo diverse richieste di interviste, ci viene concessa grazie all’intercessione del Sindaco Paolo Micheli, – qui potete leggerla integralmente -. Il progetto attorno alla villetta di via Pertini è chiaro per l’Assessore Bellatorre che ci parla di “housing first”, di emergenza abitativa, di famiglie sfrattate, insomma di molti aspetti che le amministrazioni comunali sono chiamati a risolvere ma che hanno caratteristiche e problematiche diverse e per questo hanno bisogno di strumenti specifici. Perché questi due aspetti dell’emergenza abitativa prevedono modi e tempi di assistenza completamente diversi. Con l’Housing first si tenta di contrastare la grave marginalità adulta, ovvero il tentativo di risolvere la condizione di senza dimora di persone con disagio multifattoriale. In pratica, le persone con anni di vita in strada – homeless – o che hanno perso l’abitazione e ricevono dai servizi sociali territoriali l’opportunità di entrare in un appartamento autonomo “senza passare dal dormitorio”, godendo dell’accompagnamento di una equipe di operatori sociali direttamente in casa.
Dalle risposte dell’assessore non s’intravvede un progetto se non quello di tornare nella piena disponibilità dell’immobile, poco importa se nel frattempo un altro immobile è stato individuato da utilizzare per l’avvio dell’erogazione dei soldi dal PNRR, come lo stesso assessore ammette nell’intervista. Insomma, volendo si potevano salvare le due cose, senza bisogno di sfrattare un presidio di legalità, di buona politica, di servizio sociale.
Per la Onlus la scelta dell’amministrazione appare incomprensibile, fuori da ogni logica di buon senso. Il dottor Falanga tenta di costruire un dialogo con l’amministrazione, offrendo nuovi servizi e mettendo a disposizione competenze al servizio di tutta la comunità, anche gratuitamente. Tenta la carta del coinvolgimento dell’opposizione che a parole si dice sensibile alla richiesta di aiuto della Onlus ma poi fa spallucce. Nel frattempo, l’amministrazione ingiunge di pagare una cifra spropositata, tentando di dissuaderla nell’intento di resistenza.
Fortunatamente la lungimiranza e la sensibilità del dottor Falanga, presidente de la Rosa di Gerico e responsabile psicopedagogico della Onlus e la cura dello staff della struttura hanno evitato di far vivere il trauma di uno sgombro forzato a mamme e bambini che fino a qualche settimana prima affollavano le stanze della villetta di via Pertini.
Sempre meno risorse per il sociale impongono scelte dolorose alle amministrazioni
La politica ha scelto di alienare un servizio destinato a persone fragili per destinarlo – per adesso solo sulla carta – ad altre fragilità della nostra cittadina, in un imbarazzante gioco delle tre carte ma soprattutto in maniera difforme al mandato con cui il bene era stato assegnato alla nostra città, che nelle parole dell’assessore sembra passare in secondo piano: «su questo mi permetto di fare una piccola puntualizzazione. Il vincolo forte è sulla destinazione sociale e questo certamente non può essere messo in discussione. Sulla forma e anche la natura dell’immobile suggerisce che il tipo di progettualità sociale abbia carattere residenziale. Però, sul fatto che l’unica modalità di impiego sia quello della mamma con bambino… mi sento di dissentire…».
La promessa del dottor Falanga
Il dottor Falanga, raggiunto al telefono dopo la notizia dell’esecuzione della chiusura della struttura, esprime amarezza e delusione per come tutta la vicenda si è conclusa ma anche le modalità perentorie di sgombro, entro poche settimane, proprio a ridosso del mese di agosto. La Onlus dovrà adoperarsi per sgombrare arredi e strumenti dall’edificio durante le prossime settimane, non è stato concesso nemmeno la possibilità di farlo a settembre.
Il dottor Falanga ci saluta con una promessa: “monitorerò attentamente come sarà impiegata la struttura” e anche noi di Segrate.info ci sentiamo di fare la stessa promessa.
Un’amara conclusione
Una brutta pagina per la città di Segrate, la ricca cittadina alle porte della grande Milano, governata da un’amministrazione di centro sinistra che mostra poca sensibilità ai problemi del sociale, ma le avvisaglie di come sarebbe finità tutta la vicenda l’avevamo avuta qualche settimana fa, quando un comunicato dell’Amministrazione segratese aveva sottolineato con ineguagliabile cinismo che “l’opera della Onlus non porta nessun beneficio ai segratesi”. Per il SindacoMicheli e la sua giunta un brutto scivolone, una pagina che difficilmente potrà essere dimenticata.
Segrate si sforza di essere sempre più verde, sostenibile, con importanti progetti di riqualificazione urbana ma viene da chiedersi: a chi sono destinati questi sforzi se non è il prossimo il destinatario di tanti sacrifici?