In Comune

Il “celodurismo” di certa politica

Il quattro luglio scorso la Polizia Locale aveva fatto accesso nella villetta di via Pertini, in uso alla Onlus La Rosa di Gerico, per sgombrare la villetta e mettere i sigilli. L’amministrazione segratese ha preteso la restituzione del bene perché scaduti i termini del contratto, ma la storia non è finita il 4 luglio.

Una vicenda lunga, dai contorni poco edificanti ma soprattutto in totale contrasto con l’immagine che questa amministrazione vuole dare di sé, di una città attenta al sociale, sensibile ai temi della famiglia, del verde, e della sostenibilità. Plastica rappresentazione di tutto ciò è stata l’inaugurazione del nuovo Parco dei Mulini: decine di giovani genitori, tanti nonni, bambini e segratesi lieti di poter usufruire di un “nuovo parco” e con l’altra mano sfratta una Onlus che si occupa proprio di mamme in difficoltà, che occupa un bene confiscato alle mafie e affidato al Comune con un vincolo specifico: l’impiego per fini sociali con particolare riguardo a situazioni di accoglimento di mamme in difficolta con minori.  

Una querelle poco edificante

Una disputa, come dicevamo, antica, trascinata per anni ma che sembrava conclusa con la Onlus cacciata fuori dal bene confiscato e il ritorno della piena disponibilità del Comune, pronto per essere impiegato per i tanti propositi che l’assessore Bellatorre ci aveva illustrato. Ebbene, la vicenda non è conclusa – e prevediamo di doverne parlare a lungo vista la piega che sta prendendo -: il Comune esige una cifra esorbitante da parte della Onlus per il periodo di utilizzo non coperto dal contratto mentre il bene è lì a marcire, chiuso, con le erbacce alte un metro e nessun utilizzo sociale in vista. 

Qui abbiamo descritto tutta la vicenda, anche sentendo l’assessore Bellatorre intervistato dopo ripetute richieste, ma oggi a tutta la diatriba si aggiunge un altro evento, qualcosa che lascia basiti ma soprattutto non può che far sorgere un dubbio: Cui prodest? 

La richiesta di risarcimento di 35 volte il canone annuo.

Il Comune, attraverso il suo legale, ingiunge la Onlus al “pagamento indennità di occupazione senza titolo” per un totale di 35 mila euro. Se a prima vista sembra lecito che il Comune richieda degli arretrati, quello che non convince e dubitiamo possa convincere qualunque giudice, sono le modalità di calcolo del canone di affitto per il periodo non coperto da contratto, somme, tra l’altro, che la Onlus ha pagato secondo il contratto che disciplinava l’uso della villetta. 

Per l’amministrazione segratese la Onlus deve risarcire il Comune per i mesi di occupazione non coperti da contratto a prezzo di mercato. E chi decide quale è il prezzo di mercato? Le tabelle dell’Agenzia delle Entrate. 

Come?

Il canone annuo per la Onlus, in forza della funzione sociale svolta nella villetta e della peculiarità del bene, era stabilito in 1400 euro anno.

Canone annuo senza contratto 33.505,20 euro.

Il comune chiede un affitto di mercato per un bene destinato a finalità sociali.

La vicenda farebbe sorridere se si trattasse di uno sprovveduto locatore che tenta di agire verso un inquilino moroso ma qui siamo difronte a un Ente Pubblico che ha avuto in gestione un bene confiscato alle mafie, un bene indisponibile del patrimonio comunale destinato a finalità sociali su cui il comune chiede un affitto di mercato.

Non bisogna essere laureato in legge per capire che questa vicenda non sta in piedi anche se qualcuno pensa che era un atto dovuto, per evitare che la Corte dei conti possa contestare agli amministratori il danno economico per il mancato incasso delle mensilità non coperte dal contratto. Forse è più corretto dire che la Corte dei conti potrebbe contestare come vengono spese migliaia di euro per parcelle di legali per una vicenda che aveva avuto un epilogo amaro ma che si era conclusa: la Onlus era fuori dal bene confiscato e il Comune adesso deve fare quello che ha annunciato.

Anche qui è tutto da vedere. L’assessore, nella nostra intervista, aveva parlato di diversi progetti, alcuni francamente incomprensibili e inadatti a essere ospitati nelle villetta, come quello dell’Housing First, l’accoglienza per gente di strada in difficoltà. Per adesso c’è solo una certezza, la casa è chiusa e non sembra godere della giusta manutenzione che meriterebbe.

È questo il mandato che abbiamo affidato al Sindaco Micheli?

All’amarezza di vedere come questa amministrazione si muove quando c’è da fare davvero la differenza, magari senza i riflettori della propaganda e senza gli annunci come quello dei 37 mila alberi da piantumare, delle isole galleggianti, si aggiunge lo stupore per come alcune scelte e alcune decisioni siano avvallate anche dal Consiglio Comunale, forte di una lista di giovani che avrebbe dovuto dare un volto nuovo alla vecchia politica dei Partiti, di tanti giovani consiglieri, qualcuno eletto persino nel Consiglio Pastorale della parrocchia di quartiere, un altro che si emoziona indossando la fascia tricolore. Per questi giovani sembra che l’impegno in politica sia l’ennesimo incarico, un’altra poltrona da occupare, un altro incarico per il curriculum.  

A questi giovani forse andrebbe rispiegato il vero senso e la funzione che ricoprono o forse hanno perso la forza d’indignarsi di fronte a un atto di accanimento per una vicenda conclusa e gestita come mera forma di ripicca di una politica che ha smarrito il senso della politica: un servizio per la propria comunità e per le generazioni future.

Roberto Spampinato

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  • Semplicemente VERGOGNOSO!
    LA CITTÀ DI SEGRATE CHE PERDE UN FIORE ALL'OCCHIELLO!
    L'ignoranza è la medaglia d'oro del Comune di Segrate!

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