Tra resurrezioni politiche e promesse riciclate, Segrate si prepara alla nuova stagione elettorale. Vecchi problemi tornano improvvisamente sotto i riflettori, mentre parcheggi impossibili, bus fantasma e comitati di quartiere animano il dibattito. Ma cambierà davvero qualcosa?
Rispunta una linea soppressa, un comitato di quartiere riscopre il piacere dell’attivismo, qualche cittadino torna a interessarsi del destino del marciapiede sotto casa. Segnali chiari, inequivocabili: qualcosa bolle in pentola.
Per ora, gli elettori di Segrate possono tirare un sospiro di sollievo. O disperarsi, a seconda delle proprie simpatie politiche. Il Sindaco Paolo Micheli, giunto al secondo mandato, non potrà correre per un terzo, chissà se ci aveva fatto un pensierino.
La Corte costituzionale ha infatti bocciato ogni velleità di estendere l’incarico ai sindaci dei comuni con più di 15.000 abitanti. La sentenza n. 196 del 10 dicembre 2024 ha spento ogni speranza per i primi cittadini più longevi, confermando che due mandati bastano e, forse avanzano pure.
La Regione Liguria, con uno slancio di spirito riformatore – o di disperazione politica – aveva provato a scardinare il limite, ma la Consulta ha detto no: la legge resta com’è, e la distinzione tra piccoli e grandi comuni viene ritenuta perfettamente ragionevole. Del resto, governare un piccolo borgo di montagna e una città non sono proprio la stessa cosa, anche se alcuni amministratori ci hanno provato con grande spirito di adattamento.
Ma le regole, si sa, non fermano l’ingegno. E quando un sindaco non può ricandidarsi, il fermento politico non si placa: cambia semplicemente direzione. Parte la macchina del consenso, la propaganda si rimette in moto con discrezione, i buoni propositi sbocciano come margherite a primavera.
Ed ecco che, come per magia, vecchie conoscenze della politica tornano ad interessarsi alla cosa pubblica. Le aiuole e le buche nelle strade diventano emergenze da risolvere subito, e anche quella linea di trasporto pubblico soppressa anni fa sembra improvvisamente meritevole di un ripristino.
A Novegro le assemblee cittadine si moltiplicano e nuovi comitati spuntano come primule ostinate, pronte a sfidare l’ultima neve d’inverno. L’aria è carica di promesse, i sorrisi si fanno più larghi, le strette di mano più calorose: la stagione elettorale è ufficialmente iniziata.
La stampa locale accende i microfoni, raccoglie dichiarazioni e rilancia vecchi progetti con rinnovato entusiasmo. Nessun brivido di novità, nessuna domanda scomoda: solo un’eco ben orchestrata di promesse già sentite e programmi di rinascita abilmente rimaneggiati per l’occasione.
Dopotutto, la politica è anche questo: un’arte di apparizioni e sparizioni, di rinascite e grandi ritorni. Il sindaco uscente non potrà essere della partita, ma qualcuno dovrà pur raccoglierne l’eredità. E per essere pronti all’appuntamento elettorale, meglio cominciare a scaldare i motori con largo anticipo.
A Segrate, il trasporto pubblico si muove a zig-zag tra petizioni, proteste e correzioni in corsa. Dopo mesi di malumori, la linea 925 tornerà a servire Redecesio e Lavanderie nelle ore di punta, mentre il tanto discusso “Chiamabus” resta sotto osservazione fino a maggio. L’assessore alla mobilità, Giulia Vezzoni, per magia, tira fuori dal cilindro la notizia del rispristino della 925 e prova a rassicurare i cittadini proprio durante il Consiglio Comunale: «Vogliamo investire di più, ora che il piano di riequilibrio finanziario è chiuso».
Il problema, però, è che gli utenti hanno già bocciato la sperimentazione del bus su prenotazione, specie negli orari critici. «Fa cento corse al giorno, ma ha delle criticità» ammette Vezzoni. Intanto, il sindaco scende in campo con una “lettera aperta ad ATM, Agenzia di Bacino e Regione”, chiedendo puntualità “giapponese” nel rispetto di corse e orari.
L’opposizione, con il capogruppo leghista Marco Carandina, incalza: «Già a settembre 2023 chiedevamo il ripristino della 38, ora tocca alla 925, ma serve un piano complessivo». La giunta, dopo aver sposato le proposte di ATM, ora si trova a dover rimettere mano ai tagli delle linee 965, 923 e 38, che hanno lasciato interi quartieri isolati. Morale della favola? Si cambia rotta, ma il viaggio verso un TPL efficiente è ancora lungo.
C’è aria di mobilitazione. Dopo Villaggio, Boffalora, Lavanderie e Redecesio, anche Novegro ha il suo comitato di quartiere: Vivere Novegro. L’ultimo arrivato in un panorama di frazioni sempre più agitate, ma con un’agenda chiara: più parcheggi, trasporti decenti e meno abbandono.
Lunedì 24 febbraio, le cronache raccontano di una trentina di residenti che hanno sfilato per le strade del quartiere per far sentire la propria voce. Non saranno i numeri di una rivoluzione, ma il messaggio è forte e chiaro: basta essere il fanalino di coda di Segrate. Il presidente del comitato, Claudio Gasparini (chi si rivede, una vecchia conoscenza della politica locale), insieme ai vice Eleonora Rettani e Marcello Martino, ha spiegato il senso dell’iniziativa: «Singolarmente non otteniamo risposte. Uniti, possiamo farci sentire».
La sosta a Novegro è diventata un rompicapo. L’amministrazione ha trasformato la frazione in “Zona a Rilevanza Urbanistica (ZRU)” per proteggere i residenti dall’assalto delle auto dirette alla metro, all’Idroscalo e all’aeroporto. Peccato che, nel farlo, abbia reso la vita impossibile anche ai cittadini stessi. «Bene le strisce gialle, ma chi viene a trovarci – parenti, amici, idraulici, medici – non sa dove lasciare l’auto e rischia la multa», lamentano i residenti. Intanto, i parcheggi privati e le attività di noleggio auto fioriscono, occupando ogni stallo disponibile e lasciando gli abitanti senza spazi liberi. La proposta? Più pass per le famiglie e una regolamentazione dei parcheggi commerciali.
L’arrivo della M4 a Linate non ha risolto i problemi di collegamento del quartiere. Anzi, ha peggiorato la situazione. La soppressione del bus 38 e la sostituzione della 923 nei weekend con il Chiamabus hanno lasciato Novegro a piedi.
Insomma, vecchi problemi, vecchi proclami, vecchie ricette e solite facce. La nascita di “Vivere Novegro” segna un nuovo capitolo nella storia delle frazioni segratesi, ma la domanda resta: “porterà a soluzioni concrete o assisteremo all’ennesimo giro di promesse e rattoppi elettorali?”
Intanto, i cittadini si mobilitano, gli amministratori rispondono con rassicurazioni di rito e i comitati spuntano come funghi. E tra una striscia gialla in più, una corsa del bus promessa e una ciclabile in perenne attesa, il copione è sempre lo stesso. Un déjà vu amministrativo che, di fronte a problemi che si trascinano da anni, lascia un sospetto: più che cambiamenti, qui si riciclano slogan.
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