A Malpensa il mese scorso si è registrato un calo del 59.5%: 1.295.230 passeggeri in tutto il mese; il cargo, invece, ha registrato un +37.15%.
Malpensa si lecca le ferite con i voli merci, il settore cargo è cresciuto del 37,15%, segno di una ripresa economica importante nel paese.
Complice gli effetti della pandemia e la riapertura di Linate, l’aeroporto varesino ha registrato un calo del 59,5% di passeggeri rispetto ai dati del 2019. I dati di Linate sono in crescita, a settembre 556mila passeggeri hanno scelto lo scalo segratese di Linate, per dirigersi verso destinazioni nazionali – 335mila – e 198mila verso destinazioni EU e Svizzera, 22.800 verso destinazioni extra EU.
Se questi numeri sono confortanti per l’economia in generale – segno di un progressivo ritorno ai dati pre-pandemia – e sicuramente per l’azionista di maggioranza SEA, il comune di Milano, per i segratesi si traducono in maggiore smog, frequenza dei voli più ravvicinata, crescita del rumore, del traffico veicolare attorno alla scalo, insomma, nessun benefico, neanche i pochi spiccioli della tasse aeroportuali.
Da anni l’amministrazione statale non corrisponde i proventi delle tasse d’imbarco ai vari comuni aeroportuali. Insomma, come già ampiamente descritto nell’articolo “Linate, nessuna gioia e tanti dolori”, la crescita del traffico aereo di Linate potrebbe non essere un affare – lo è mai stato? – per i segratesi.