Siamo un popolo originale, e non solo di poeti, santi e navigatori ma anche di solitari combattenti per i propri ideali, per ciò che crediamo e forse anche per qualcosa che non riusciamo a spiegare ma che sentiamo di dover fare.
Questa mattina, in giro per Segrate con Gina, la mia ombra a quattro zampe, m’imbatto contro un signore, forse sessantacinquenne o poco più, cappello di lana scuro, giacca scura e borsello a tracolla, in mano quello che sembrava un normale bastone da passeggio – come quello usato da chi ha difficoltà a camminare – si rivela, invece, essere una lunga pinza per raccogliere oggetti da terra ma che in questo caso il misterioso segratese usava per ripulire la strada lungo il suo percorso. Sono sorpreso, non realizzo immediatamente ma lo seguo con lo sguardo e mi accorgo che non lo fa sporadicamente ma lungo tutto il suo tragitto.
Per molti di noi è sicuramente un comportamento eccentrico, forse anche bizzarro, perché non siamo abituati a scene simili, piuttosto siamo abituati a chi inzozza, a chi butta mozziconi di sigarette e scontrini, accettando il tutto se non come normale ma tollerato, ed ecco allora che chi esce dall’ordinarietà della percezione dei nostri simili, ai nostri occhi diventa eccentrico.
Non di rado ci capita di notare, in angoli meno trafficati della città, piccole discariche abusive dove viene scaricato di tutto: vecchi mobili, macerie, scarti di lavorazioni edili, chissà quale potrebbe essere il sentimento e la sensazione del nostro concittadino difronte a uno scempio simile, certamente di sofferenza ma non di rassegnazione e impotenza come per molti di noi.
Questa scena mi fa pesare che c’è speranza, che il buon senso potrà prevalere e quello che oggi ci sembra un comportamento eccentrico finirà per sostituire l’assuefazione e la tolleranza verso chi sporca e magari con parole gentili, la prossima volta che notiamo qualcuno gettare un mozzicone di sigaretta o una cartaccia, invitiamoli a seguire l’esempio del nostro solitario concittadino: pulisci.