Il Villaggio Ambrosiano cerca risposte.
Tante domande, poche soluzioni, qualche proposta. I residenti del Villaggio Ambrosiano, che cercavano risposte, sono rimasti delusi ma il problema che più li ha spinti a partecipare all’incontro del 2 maggio scorso, promosso dal Comitato di Quartiere “Le voci del Villaggio Ambrosiano”, l’ondata di furti che ha investito Segrate e più segnatamente proprio il Villaggio rimane irrisolto.
La preoccupante escalation di furti in appartamento hanno spinto tanti cittadini a interrogarsi su quali rimedi adottare e come fare fronte comune. La prima reazione è stata la formazione di comitati spontanei di cittadini e successivamente quella di riunirsi sotto il simbolo del Comitato di Quartiere “Le voci del Villaggio” che, dopo un periodo di relativa inattività, ha ritrovato forza proprio nel raccogliere le istanze dei vari gruppi per farsi portavoce presso l’amministrazione comunale.
Presente all’incontro l’assessore Livia Achilli che ha brevemente informato i presenti che entro il prossimo dicembre saranno installate al Villaggio una trentina di nuove telecamere, in corrispondenza degli accessi stradali e pedonali del Villaggio. Dal dibattito è emersa la consapevolezza che le telecamere sono solo un deterrente, come hanno sottolineato in molti, e le immagini registrate sono utili per eventuali indagini dei Carabinieri e non scoraggiano affatto i topi di appartamento che continuano anche in presenza di sistemi di video sorveglianza. Come era emerso da un precedente incontro, sempre con l’assessore Achilli, presente anche il comandante della polizia locale Lorenzo Giona, l’amministrazione comunale non ha risorse per far fronte alla maggiore richiesta di sicurezza che i cittadini chiedono. Anche in quell’occasione le solite risposte, pochi agenti di polizia locale, pochi soldi e turni di servizio che s’interrompono alle 19:30.
Anche il famoso potenziamento del personale della locale caserma dei Carabinieri, che sarebbe avvenuto in cambio della possibilità di utilizzo della vecchia stazione per alloggi per il personale, non sembra abbia sortito alcun effetto.
In soccorso dell’amministrazione comunale è stato riesumato un vecchio progetto di controllo di vicinato, un’operazione che scarica sulla buona volontà dei cittadini, organizzati in una rete di contatti via telefono e WhatsApp, l’onere di segnalare movimenti sospetti e potenziali persone malintenzionate. Il protocollo firmato tra alcuni rappresentanti di cittadini e l’assessore Achilli prevede la formazione di volontari che opereranno da referenti di zona a cui segnalare, come abbiamo detto via telefono o attraverso una chat, situazioni anomale. Successivamente, consultati gli altri referenti di zona e constatata la fondatezza della segnalazione il referente di zona chiama un numero telefonico speciale per segnalare l’evento.
Un pannicello caldo che conforta i cittadini(?) e solleva il comune dal dare risposte che non riesce a trovare?
A discolpa dell’amministrazione comunale bisogna sottolineare come i reati contro il patrimonio, purtroppo, in Italia hanno assunto un peso di scarso valore giuridico, e poco importa se per rubare oggetti, del valore di qualche migliaio di euro, i cittadini subiscono una vera e propria violenza personale, come la violazione del domicilio. Un evento traumatico, al di là del danno economico, che per molti diventa un vero trauma psicologico, lasciando un senso di impotenza e di malessere anche mesi dopo l’accaduto. In alcuni casi, fortunatamente pochi, il senso di sgomento è stato davvero grande nello scoprire che i ladri si erano introdotti nell’abitazione mentre erano presenti uno o più componenti del nucleo familiare.
Purtroppo, il fenomeno dei furti in appartamento non è un problema che si può risolvere con le telecamere o con il controllo di vicinato ma questo potrebbe essere un primo passo per mitigarne gli sciagurati effetti.
Il presidio costante del territorio da parte delle forze dell’ordine, la vigilanza dei cittadini – senza trasformarsi in sceriffi – e la mobilitazione dei residenti potrebbero portare qualche beneficio e forse proprio per questa ragione in molti hanno aderito all’iscrizione al Comitato di Quartiere “Le Voci del Villaggio Ambrosiano” che conta ormai quasi trecento iscritti, come confermato da Gianfranco Bettiol, storico presidente del comitato. Un risultato importante che potrebbe mettere la rappresentanza dei cittadini in una posizione di importante interlocuzione verso un’amministrazione molto spesso più protesa a curare l’immagine di sé più dei reali bisogni dei segratesi.
La sicurezza percepita dai segratesi non sta vivendo una stagione felice, nonostante i dati della Prefettura dimostrino un sostanziale calo dei furti – un meno 37,96% dal 2011 al 2021 e un meno 21,94% nell’ultimo triennio – dati riferiti a tutta la provincia, la tendenza «prosegue nettamente in calo – ha dichiarato il prefetto Saccone e ha aggiunto che – tra i furti quello che registra un aumento significativo con un 21,59% è lo scippo ovvero il furto con strappo». Segrate è ancora un’isola abbastanza felice, i problemi della grande città sono solo un’eco ma a volte le intemperanze di bande di ragazzini e una movida senza regole danno l’idea di una città abbandonata a sé stessa.
Il Parco dei Mulini. Il PNRR, una panacea per tutte le stagioni.
È deciso, i lavori partiranno l’estate prossima, come riporta Il Giornale di Segrate, per il vicesindaco e assessore all’Urbanistica di Chio il Parco dei Mulini “s’ha da fare”!
Un nuovo annuncio e un nuovo progetto modello Micheli ma questa volta, nelle intenzioni dell’amministrazione, sembra cosa fatta: ci sono i soldi, c’è il progetto. Le altre volte erano solo annunci, quelli dei 36 mila alberi da piantare, (avete visto come è andata a finire a Milano?) il chilometro verde, le isole galleggianti. Sembra tutto pronto, il progetto promosso da Città Metropolitana ha ottenuto anche i soldi del PNRR e pazienza se l’amministrazione non ha chiesto il parere ai diretti interessati, i residenti della zona, che nel frattempo hanno iniziato a chiedersi quali vantaggi avranno dalla riqualificazione dell’area.
Ma vediamo nel dettaglio l’opera, con le parole dello studio AG&P greenscape a cui è stata affidata: “Il progetto propone una riattivazione civica e sociale dell’area e la relativa promozione dei sistemi economici locali, riprendendo il modello di accessibilità ai servizi urbani ispirato alla “Città dei 15 minuti”.
Per gli addetti dello studio AG&P la zona ha bisogno di una riattivazione sociale e dei sistemi economici, una definizione un po’ fumosa per indicare cosa? Forse l’area è degradata, abbandonata e oggetto di discariche? Quali sono i sistemi economici locali da riattivare? Nella zona ci sono solo un bar, e altre due attività commerciali, vista la scarsa densità abitativa. In che modo vogliono riattivarle? Inoltre, in tutta l’area è già presente una folta vegetazione.
Sempre con le parole dello studio “Il linguaggio progettuale è volto alla ricerca di un’armonica fusione con la natura esistente e anche gli elementi più ‘urbani’ come la nuova Piazza Verde vengono idealmente inseriti e modellati dal contesto naturale. La piazza rappresenterà il cuore sociale del Parco, un nuovo spazio di aggregazione posto strategicamente in prossimità dei percorsi pedonali principali e della roggia”.
Insomma, in soldoni, un’opera di maquillage, di rinfrescata che non sembra abbia suscitato unanimità di consensi tra i residenti che temono una drastica riduzione delle aree di parcheggio, oggi molto estese, tanto che alcuni posti sono occupati stabilmente come parcheggio camper, e lo stravolgimento dello Status quo.
Legata alla realizzazione del Parco dei Mulini c’è l’ipotesi di apertura di un varco ciclo pedonale in via del Pino, che metterebbe in collegamento il Villaggio con la zona Mulini, ma anche qui l’alzata di scudi non si è fatta attendere: i residenti di via del Pino hanno raccolto le firme per bloccare ogni ipotesi. Qualcuno, tra l’altro, fa notare che non ci sarebbero nemmeno le condizioni minime per realizzare un varco per consentire un agevole attraversamento.
Insomma, per lo studio di progettazione un’opera indispensabile per Segrate “in grado di completare in una sola mossa tre sistemi attualmente incompleti di grande importanza per il territorio di Segrate: la costruzione di un sistema continuo in grado di connettere i Parchi e le Cascine orbitanti su Segrate Nord; il completamento di una connessione di mobilità dolce fra Segrate Centro e Vimodrone e infine un’implementazione della connessione ecologica tra Golfo Agricolo e PLIS dei Mulini.”
Sul sito del Comune, a beneficio di chi non ha ben compreso la validità del progetto, ecco alcune informazioni chiarificatrici:” Sul modello dei parchi “Superkilen” di Copenaghen, “Riemer Park” di Monaco di Baviera e “Un abbraccio verde” di San Donà del Piave, è stata ripensata l’area centrale del Quartiere dei Mulini”. Segrate come Copenaghen e Monaco di Baviera, adesso è tutto più chiaro.
Sempre dal sito del Comune: Verranno realizzati nuovi filari di alberi, prati fioriti, un’area giochi per i più piccoli, un’area fitness, un’area dedicata allo sport, una piazza in cui gli abitanti potranno socializzare, un laghetto e percorsi didattici e ciclopedonali. Verrà sistemata inoltre l’area cani.
Le parole del sindaco Micheli
“Nell’ideare la Segrate del futuro abbiamo definito corridoi e piazze verdi in tutti i quartieri – spiega il sindaco Paolo Micheli -, trasformando aree non utilizzate o oggi non fruibili in spazi pubblici di alta valenza ecologica e di relax e svago per i cittadini. Vere e proprie strade verdi di collegamento tra i 3 grandi parchi cittadini e quelli dei paesi confinanti. Una ragnatela verde che valorizzerà i nostri giardini, aumentandone le qualità ambientali, e favorirà nuove relazioni sociali che finalmente potremo coltivare passata la pandemia. Si tratta di aree non fini a sé stesse, ma inserite in una più ampia rete ecologica e di servizi rivolti al cittadino”.
I temi tanto a cuore del sindaco Micheli li conosciamo tutti: la transizione ecologica, la sostenibilità, il verde, c’è invece un altro tema che ricorre spesso, ma questa volta tanto caro al vicesindaco Di Chio, e forse a chi lo ha preceduto, la rigenerazione urbana. E proprio sotto quest’etichetta che in questi ultimi anni sono stati presentati i progetti del chilometro verde e il più recente Oasis, il progetto di “rigenerazione urbana” che interessa il lato sud-est del laghetto del Centroparco, con una serie isole artificiali. Progetti firmati sempre dallo stesso gruppo di architetti e addetti ai lavori, una pura coincidenza.
Predissesto, un miracolo tutto segratese.
Appena cinque mesi fa, durante la presentazione del bilancio finanziario comunale, i revisori dei conti avevano espresso qualche preoccupazione su alcuni aspetti del bilancio, anche se sostanzialmente avevano giudicato positivo tutto l’impianto del documento ma soprattutto c’era stata anche la conferma della Corte dei conti che il piano di rientro procedeva secondo i programmi.
Nell’ultimo Consiglio comunale l’assessore Stanca parla di un miracolo – lui non si espresso in questi termini, ma non troviamo un modo diverso di dirlo – c’è l’ipotesi che si possa uscire dal predissesto anticipatamente. Come abbiamo fatto? Quali sono le risorse che il comune potrebbe destinare per pagare anticipatamente il debito? Forse in uno dei prossimi Consigli l’assessore potrà dare qualche altra informazione o magari l’opposizione potrebbe svegliarsi dal suo torpore e chiedere lumi.
Boffalora Santa Monica, figli di un Dio minore.
Nel frattempo, quartieri soffrono di vecchi e nuovi problemi, come denuncia il comitato di residenti della Boffalora che da anni chiedono di poter vivere in un quartiere “normale”, con i servizi e le prerogative che ci si aspetta nella ricca Segrate – intanto scesa in graduatoria dall’ottava alla quindicesima posizione tra i comuni più ricchi d’Italia – ma sembra che i residenti dovranno attendere ancora, “l’assessore ha comunicato che l’avvio dei lavori per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, che avrebbero dovuto partire quest’anno, sono fermi perché l’area in cui tali interventi avrebbero dovuto essere realizzati, sarà soggetta a parziale bonifica. Questo contrattempo sta rallentando tutta l’operazione immobiliare con evidenti impatti anche verso la risoluzione di molte delle problematiche che i residenti attendevano di vedere finalmente chiuse”, come riportato nel loro comunicato.
Insomma, si trovano i soldi per progetti pronti da realizzare per un parco che nessuno ha chiesto mentre si lasciamo al loro destino decine di famiglie a un incerto destino, in balia delle esigenze dell’impresa di costruzione di turno.
La transizione ecologica, la foglia di fico dell’amministrazione Micheli.
La transizione ecologica è certamente un argomento che interessa tutti, così come la vivibilità dei nostri quartieri ma sempre più spesso a Segrate le iniziative targate come necessarie per la “rigenerazione urbana” e la “transizione ecologica” hanno tutta l’aria di qualcosa che ha ben poco a che vedere con le necessità di una città in cerca di una propria fisionomia. La fonte ispiratrice di tutti questi progetti urbanistici a Segrate forse deve alzare lo sguardo oltre i libri e i manuali del “bravo urbanista” e cercare soluzioni per gente reale e non modelli di studio.
Segrate sembra un laboratorio di esercitazione per neo-urbanisti, scollegati dalla realtà.
La progettazione della città che sarà è più un’ipotesi che un esercizio per lo studio delle necessità di una città che continua a crescere sotto la spinta centrifuga del capoluogo e la richiesta di soluzioni abitative e di servizi per una città che rischia di diventare un quartiere periferico della grande metropoli. La cintura verde che ci separa da Milano ogni anno viene erosa sempre di più, zero consumo di suolo è solo uno sbiadito slogan elettorale mentre tutte le statistiche indicano che a Segrate si continua a costruire e a cementificare ininterrottamente da trent’anni a questa parte, indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni.
Per molti segratesi forse questo va bene, soprattutto per le opposizioni che nel più totale silenzio fanno i figuranti in Consiglio comunale, pronti a tirare fuori la voce quando sarà il loro turno.