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Al capolinea della 73?

Sorte incerta per l’eventuale ripristino della 73, bisognerà attendere qualche mese anche se intanto un piccolo segnale positivo arriva dal Consiglio comunale di Milano.

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Approvato in Consiglio comunale di Milano un ordine del giorno presentato dai consiglieri di maggioranza che invita a rivedere il taglio della linea di superfice dell’ATM, mentre sono stati respinti due ordini del giorno che chiedevano il ripristino della 73, limitata alla tratta da Linate a San Bovio (Peschiera Borromeo) e ritorno che è stata rinominata 973, diventata una linea extraurbana.

Sulle sorti della 38 non si hanno, per adesso, notizie.

Per i cittadini e gli utenti delle linee abolite, l’ordine del giorno approvato ha tanto il sapore di un rinvio, di qualcosa già deciso da cui sembra abbastanza difficile tornare indietro. 

Leggendo i dati dell’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale del Bacino di Milano, Monza-Brianza, Lodi e Pavia, questa l’esatta denominazione dell’ente costituito con Legge Regionale e preposta all’esercizio associato delle funzioni degli Enti locali, in materia di programmazione, organizzazione, monitoraggio, controllo e promozione dei servizi di trasporto pubblico locale, salta all’occhio come la linea 73 era tra le più importanti in termini di corse e chilometri percorsi. Poco meno di un milione di chilometri l’anno, esattamente 970414 con 279 corse quotidiane e ben 2896 chilometri giornalieri. Solo le storiche linee tram dell’uno, del 14 e del 15 fanno meglio, con oltre un milione di chilometri l’anno. È evidente come la frequenza delle corse sta a testimoniare l’importanza e l’utilità della linea che aveva come destinazione finale l’aeroporto di Forlanini ma lungo il tragitto serviva un’utenza ampia e variegata di milanesi e non solo viaggiatori in partenza da Linate.

I disagi e le proteste sorte in questi giorni, evidentemente, non erano stati messi in conto a Milano tanto che in Consiglio comunale del capoluogo adesso si tenta di correre ai ripari e i consiglieri hanno ottenuto l’impegno della Giunta a “costituire un percorso all’interno della commissione Mobilità o un tavolo di lavoro dedicato, da attivarsi entro luglio 2023, che coinvolga anche i Municipi 3 e 4, oltre ad Atm e ad altri portatori di interesse, per definire insieme il nuovo assetto del trasporto pubblico locale di questo comparto urbano”. 

E chissà se fra quei portatori di interesse ci sarà anche Segrate, perché proprio su Segrate i disagi maggiori del taglio delle linee di superficie si sono abbattuti.

La sospensione e la modifica di alcuni percorsi di superfice operati da ATM hanno più l’aria di provvedimenti dettati da esigenze di bilancio piuttosto che da ragioni tecniche. 

L’apertura della linea 4, sulla carta, avrebbe dovuto ampliare e integrare il sistema del trasporto milanese ma evidentemente la coperta troppo corta ha spinto gli amministratori a tagliare sulle linee, scaricando sui cittadini il costo piuttosto che chiedere al Governo ulteriori fondi per il mantenimento di un asset strategico per l’economia di tutto il Paese. 

Il sistema di trasporto milanese in questi anni ha subito profondi tagli mentre il costo del biglietto ha superato la soglia dei due euro, arrivando a due euro e venti, forse il più caro d’Italia escludendo i vaporetti di Venezia. E non è finita: si parla di ulteriori rincari.

Il Trasporto milanese sta per subire la stessa sorte della Sanità lombarda voluta dal centro-destra?

Nelle intenzioni della politica il tavolo di studio e monitoraggio dovrebbe fornire indicazioni utili per rimediare al “mantenimento della 73 o l’individuazione di una soluzione che consenta di mantenere un servizio di trasporto di superficie nel tratto non coperto da altri mezzi, nello specifico viale Forlanini fino all’interscambio. L’attenzione affinché almeno metà delle corse del 27 siano effettuate da mezzi totalmente e facilmente accessibili, quali il Sirio ora in utilizzo sulla linea 24. E, infine, l’inserimento delle fermate della linea 73 su viale Forlanini nel servizio notturno della NM4”. “Il tavolo avrà il compito di individuare le soluzioni rispetto ai punti sopra evidenziati rispetto ad altri punti che dovessero emergere durante il percorso, entro e non oltre novembre 2023. Di tenere monitorata la situazione nel primo semestre, relativamente all’impatto della M4 sul trasporto di superficie di questo ambito”. 

Insomma, si prospettano tempi non brevi mentre tanti utenti dei mezzi di superfice dovranno arrangiarsi come possono.

A Segrate il sindaco ci ripensa.

Inversione a U del sindaco Micheli che dopo l’entusiasmo e il trionfalistico post sulla bellezza della linea metropolitana si ricorda “che la nostra amministrazione già tre anni fa, in occasione della riorganizzazione delle linee prevista con l’apertura della M4, chiese all’Agenzia di Bacino del trasporto pubblico il mantenimento della 73 e della 38, purtroppo senza successo”. 

Magra consolazione. 

Il sindaco si affida all’assessore ai Trasporti Giulia Vezzoni, la giovane assessora che immaginiamo catapultata a gestire un problema che per diversi anni il sindaco e tutta la giunta l’hanno messo sotto il tappeto dopo l’iniziale interessamento dell’allora assessore Caretti. 

L’Autorità di bacino TPL l’aveva scritto nero su bianco già nel 2018, che con l’arrivo della linea 4 della Metropolitana i servizi di superfice avrebbero subito drastici cambiamenti e aveva invitato tutti gli enti coinvolti a inviare le proprie osservazioni.

Risalgono al settembre 2018 le osservazioni presentate dal Comune di Segrate: ben 12 punti di cui 6 accettati, due parzialmente e il resto rigettato, e fra questi c’è proprio la linea 973 con la motivazione previsto “attestamento a Linate M4” e linea 923 con motivazione “servizio 923 viene ridistribuito su 924, 925, 926 e 927”.

Per Micheli un cambio di rotta tardivo, giustificato forse dall’aver constatato l’effetto travolgente sulle vite di decine di Segratesi per qualcosa che era già scritto e che, forse, colpevolmente non è stato seguito e monitorato come meritava.

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