A volte le cose accadono così, senza un perché, anche se qualcuno potrebbe obiettare, invece, che nulla accade senza un perché, e forse è vero.
Mi rendo conto, mentre scrivo queste righe, che quando ho pensato di occuparmi del luogo dove vivo non ero dove vivo, ma molto distante, in viaggio per lavoro, come mi succedeva spesso fino a non molto tempo fa. Vivo qui ormai da ventisette anni, e per i primi venti ci sono stato davvero poco, ancora oggi non conosco i nomi di molte delle vie attorno alla mia abitazione. Ho viaggiato molto e non sempre in posti belli, esotici e pieni di cose da ricordare una volta a casa. Anzi, spesso facevo di tutto per non avere nessun ricordo dei posti dove ero stato, e così è stato per oltre vent’anni, poi ho rallentato, mi sono accorto che il posto dove vivevo per sei mesi all’anno non era così male. Pieno di verde, senza grossi problemi di criminalità, abbastanza ben organizzato – trasporti e collegamenti con la vicina metropoli, sede del mio lavoro – e man mano che vi passavo più tempo cominciai ad accorgermi che c’erano molte cose che stavano mettendo a rischio l’unicità di questo posto. Non ho molte competenze, le mie risiedono solo nella comunicazione, non sono un amministrativo, un tecnico o un politico.
L’unica cosa che so fare è comunicare, e così ho pensato che avrei potuto usare le mie competenze per cercare di preservare il posto dove vivo, dove adesso vive la mia famiglia, e spero non diventi come alcuni posti dove sono stato.